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Puglia, ciliegie: “Servono nuove varietà e coperture degli impianti”

PugliaCiliegie

Per Bigarreau e Giorgia annata da dimenticare. Ora riflettori puntati, tempo permettendo, sulle Ferrovia, fiore all’occhiello della cerasicoltura pugliese

Un inizio così negativo, probabilmente, non se lo ricorda nessuno, ma la speranza che non si trasformi definitivamente nell’annus horribilis delle ciliegie c’è ancora. In questi giorni in Puglia, capitale della produzione cerasicola del nostro paese, gli occhi sono tutti puntati verso il cielo per vedere se il sole riesce a trovare definitivamente spazio. Pioggia e vento, infatti, hanno imperversato in modo continuo per tutto il mese di maggio e il risultato è stato che di ciliegie della varietà Bigarreau ne sono state raccolte veramente poche a causa del fenomeno del cracking che ha compromesso tenuta e qualità dei frutti.

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Alcune confezioni di Dolceciliegia, linea premium di OP Armonia che comprende anche altri frutti

«Non credo sia mai successa una cosa del genere che io ricordi» ci spiega Lorenzo Mastrapasqua, a capo della cooperativa Puglia Fresh di Bisceglie e socio di OP Armonia. «Fare i conti delle perdite è difficile al momento, ma non mi allontano molto dalla verità dicendo che abbiamo raccolto solo il 20% delle Bigarreau e il 40% delle Giorgia» continua l’imprenditore pugliese. Dai circa 60 ettari a disposizione attraverso i soci in Puglia, OP Armonia riesce a portare sul mercato, solitamente, circa 5000/6000 quintali  di ciliegie tutti commercializzati attraverso il canale della Gdo. «Sino ad ora è stato impossibile per chiunque rispettare i programmi che avevamo stabilito, ma non si era d’altronde mai verificata una situazione di questa portata».

In questi casi, la tecnologia diventa vitale. Il poco prodotto all’altezza della qualità necessaria per rientrare, ad esempio, all’interno delle linea premium Dolceciliegia, è stato accuratamente selezionato grazie agli impianti di selezione e calibratura (Unitec) installati nei magazzini di lavorazione. «Fondamentale l’investimento in tecnologia e il prossimo anno andremo ulteriormente avanti su questa strada».

Ma se la tecnologia è imprescindibile in post raccolta per selezionare i frutti migliori in base alle proprie esigenze e quelle dei clienti, non da meno lo sono le coperture degli impianti per difendersi da pioggia e grandine, fenomeni sempre più presenti in Puglia anche in questi mesi così delicati per la maturazione delle ciliegie ma praticamente non presenti in questo momento. «È un tema che stiamo affrontando e il prossimo anno vorremmo iniziate a coprire almeno 15/20 ettari. Vorremmo essere da stimolo per l’intero territorio».

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L’azienda Di Palma Donato & Figli srl produce, a regime, ogni anno circa 50/60mila quintali di ciliegie

Dello stesso avviso anche Angelo di Palma, giovane imprenditore dell’omonima azienda con sede a Conversano (Bari). «Le coperture sarebbero fondamentali, ma non è facile riconvertire gli impianti a causa dei costi che soprattutto per i piccoli produttori sono praticamente improponibili». Secondo Di Palma servirebbe, in questo caso, un intervento da parte delle politica, Regione Puglia in primis. «O ci danno una mano con dei contributi o è molto difficile che la situazione possa cambiare nel breve».

Anche da queste parti la perdita di Bigarreau e Giorgia è stata notevole e grazie agli investimenti tecnologici si è riuscito a selezionare con cura il poco prodotto realmente di qualità – «abbiamo una calibratrice ottica della Unitec a 22 canali» –, ma ora c’è fiducia per le Ferrovia, vero fiore all’occhiello della cerasicoltura pugliese. «Il tempo dovrebbe, speriamo, cambiare, proprio in concomitanza con l’inizio della raccolta delle Ferrovia e quindi anche con l’inizio delle nostre esportazioni di ciliegie, che raggiungono un po’ tutta l’Europa sino ad arrivare, anche se con quantitativi piccoli ma di altissima qualità, ad Hong Kong».

C’è, infine, il tema dell’innovazione varietale, considerato da molti produttori sempre più necessario proprio per cercare di adeguarsi ai cambiamenti climatici in atto con la coltivazione di ciliegie buone ma anche resistenti al fenomeno del cracking. «Faremo prossimamente un meeting con i nostri soci dove parleremo anche di questo, perché è fondamentale andare avanti sulla ricerca e l’innovazione» conclude Mastrapasqua.

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