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Asparagi, export e consumi interni in crescita

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Pieno di pubblico per la prima edizione dell’International Asparagus Days dove si sono dati appuntamento i più importanti protagonisti internazionali della filiera

Molti i visitatori interessati rimasti in piedi ai convegni, sold out per le visite nelle aziende romagnole e venete e non si sono annoiati gli espositori sempre indaffarati a rispondere a potenziali clienti o partner commerciali. C’è soddisfazione, come ci hanno confermato anche molti espositori, dopo la prima edizione dell’International Asparagus Days.

La coltura dell’asparago sta conquistando sempre più interesse in tutto il mondo. A dirlo sono i numeri presentati da un esperto del settore come Luciano Trentini: negli ultimi cinque anni si è passati dai 207.280 ettari a 265.000 ettari del 2018. Un balzo che vale + 58.270 ettari. C’è il primato asiatico (104.000 ettari), seguono Europa (74.000), America del Nord (52.000) e America Latina (27.000). Si cresce in Asia (+34.800 ettari), Nord America (+17.400) ed Europa (+4500). Leader la Cina con 93.000 ettari sul podio con Messico (29.000) e Germania (28.000). Settimo posto per l’Italia: da 9.500 a 10.000 ettari.

Bene l’export, consumi in crescita

La produzione italiana, che si attesta a 46.419 tonnellate, è concentrata in Puglia (6000 ha), in particolare in provincia di Foggia, con l’asparago verde, segue il Veneto (16% della superficie) dove il 70%  della produzione è invece della varietà bianca. La Campania vanta una quota del 10% , soprattutto in serra, poi Toscana e Lazio (9% della produzione) ed Emilia Romagna con 750 ettari (7%) con prevalenza  dell’asparago verde in pieno campo.

Trentini ha sottolineato un maggiore dinamismo grazie all’aumento dell’export passato dalle 1000 tonnellate del 2000 alle 8000 del 2017 mentre il calo dell’import – la stima per il 2018 è di un – 23/25 % – è spiegato con l’aumento della produzione nazionale, a scapito, in particolare, di quella spagnola.

I numeri più attesi dagli operatori sono stati quelli relativi ai consumi, presentati da Daria Lodi di CSO Italy nella relazione “Consumo dell’asparago in Italia e in Europa”. Dall’analisi emerge come nella classifica degli acquisti di ortaggi l’asparago si trova alla 22esima posizione con 24.133 tonnellate. Per la ricercatrice: “Il consumo negli ultimi anni è stabile, quest’anno si dovrebbe chiudere con un segno positivo, nella serie storica si partiva dalle 19mila tonnellate del 2000, di strada se ne è fatta tanta. L’acquisto è concentrato da marzo a giugno, cresce il fuori stagione ma non aspettiamoci un cambiamento nel mercato come è stato con le fragole”.

Il mercato chiede alto contenuto di servizio e qualità

Infine i canali distributivi: domina la grande distribuzione con una quota del 58%, in calo da un precedente 60%. Scorrendo la serie storica emerge un’ascesa e caduta dei supermercati: “Il picco nel 2011 con una percentuale del 52% scesa all’attuale 32%; la Gdo ha tenuto grazie ai discount che rappresentano il 13% dei volumi. Nel 2017 si nota una forte ripresa dei dettaglianti specializzati ossia i fruttivendoli con una quota del 18%”.

Un grosso contributo a comprendere le dinamiche dei mercati è stato dato dai rappresentanti della grande distribuzione. A partire da Germano Fabiani, responsabile reparto ortofrutta di Coop Italia, che ha sottolineato “la tenuta dei volumi, anche perché si tratta di un ortaggio con valore medio elevato, secondo solo a carciofi come valore economico da mettere in tavola”. La media degli ultimi 5 anni oscilla dai 4,50 ai 4,24 euro.

“Crescono le vendite di referenze ad alto contenuto di servizio come le punte, aumenta il fuori stagione e cresce la sensibilità alle produzioni di prossimità” ha sottolineato invece Nicola Buoso, buyer ortofrutta Conad, che ha indicato le qualità del prodotto ricercato: “Buone caratteristiche organolettiche e costanza qualitativa; elevata shelf-life; noi abbiamo spazi limitati quindi cerchiamo prodotti ad alto valore aggiunto come gli asparagi tagliati e ad alto contenuto di servizio come gli asparagi bianchi pelati”.

Per quanto riguarda il biologico siamo lontani dal 6% dei consumatori tedeschi – i più grandi produttori, consumatori ed importatori dell’asparago – e ci fermiamo ad un esilissimo 0,4 %; anche se per Coop Italia vale il 2,5% e per Conad supera l’1%. L’attenzione all’ambiente, comunque, c’è anche in questa filiera, come dimostrato dal numero di espositori presenti a Cesena con macchinari di raccolta a batteria, motore elettrico e a emissioni zero.

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