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Radicchio Variegato di Castelfranco Igp, al via la raccolta. Superfici +37%

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Autore Redazione

Dopo il radicchio precoce e aspettando quello tardivo è il momento del Variegato Castelfranco. Manzan: “Produzione sempre si nicchia, ma con un peso sempre maggiore”. La crescita delle superfici interessa tutte le Igp tutelate dal consorzio

Momento importante per la stagione dei radicchi Igp, con l’inizio della raccolta anche del Radicchio Variegato di Castelfranco IGP – coltivato in Veneto, nelle province di Treviso, Padova e Venezia – che, come impone il disciplinare, può essere commercializzato a partire dal primo di ottobre. La raccolta del Radicchio di Treviso precoce è partita da appena un mese mentre il tardivo è in campo ed attende le fondamentali prime gelate di novembre.

“Un’annata – afferma il presidente del Consorzio di Tutela, Paolo Manzan – che si preannuncia buona dal punto di vista qualitativo, grazie alle escursioni termiche giornaliere iniziate con il mese di settembre che recuperano l’andamento climatico registrato nell’estate appena terminata. Prosegue il trend di crescita positivo che ha contrassegnato l’ultimo triennio e che, a partire dal 2017, conta una maggiorazione del 37% delle superfici destinate alla produzione di Variegato di Castelfranco certificato”. Dal 2012 ad oggi, in soli 5 anni, le superficie destinate al Variegato sono più che triplicate, arrivando agli attuali 167. “Si tratta di numeri che ne fanno sempre una produzione di nicchia e tuttavia con un peso sempre più significativo. Questa recente crescita, conferma l’importanza del riconoscimento portato avanti dal Consorzio di Tutela e del marchio di qualità – puntualizza il presidente – sempre più richiesto dai consumatori e dal mercato. In particolare, il Variegato risente della particolare attenzione riservata dalla Gdo che riempie i banchi frigo degli ipermercati grazie alla quarta gamma (prodotto lavato pronto al consumo) anche attraverso accordi di private label con le aziende certificate”.

RadicchioVariegatoCastelfrancoIGP

La crescita interessa tutte le tre IGP tutelate dal Consorzio. “La tendenza è segnata e credo irreversibile. Dopo vent’anni dal riconoscimento IGP siamo all’inizio di una nuova era – analizza Manzan – per contrastare l’aggressione di un mercato globale, i nostri produttori hanno colto l’importanza della certificazione, anche per salvaguardare il prezzo del loro prodotto d’eccellenza. In molti hanno convertito i loro ettari da prodotto indifferenziato a IGP, d’altra parte, molte aziende agricole dei nostri territori hanno abbandonato colture poco redditizie per dedicarsi a produzioni ad alto valore aggiunto e hanno fatto ingresso nuovi soci”. Entro dicembre 2017 è attesa anche l’approvazione definitiva del nuovo disciplinare di produzione che estenderà l’area IGP dalla stagione 2018 anche ai comuni di Marcon (VE) e Tribano (PD), portando così a 54 i Comuni dell’area di produzione (25 in provincia di Treviso).

Un vero boom di crescita si registrata anche per le superfici agricole dedicate Radicchio di Treviso Precoce, sul mercato ormai da un mese. In questo 2017, infatti, balzo in avanti del 99%: “da produzione residuale ferma nel 2012 a soli 8 ettari in cinque anni si è arrivati a oltre 50. Un punto di forza per le varietà meno conosciute del tardivo che ambiscono a differenziarsi dalle produzioni ad imitazione coltivate sempre più frequentemente nei territori che non compaiono nel disciplinare”.

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