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Con semi o senza semi? Piccole o grandi? Il mondo delle angurie

Prezzi all’ingrosso, export, varietà e mercati. L’opinione di Marco Talassi

“Il mercato preferisce nettamente le varietà con i semi per ora”. Perché? “Più che una questione di gusto incide il fattore di abitudine e non c’è ancora una grande spinta comunicativa e commerciale”. Avanza, di anno in anno, invece, il mercato delle mini angurie: “Noi abbiamo 4 ettari dedicati: hanno pochi semi e piacciono perché sono facili da trasportare a casa”. E i prezzi? “Variano di giorno in giorno. In questo momento da 0,40 a 0,60 euro al kilo è il prezzo all’ingrosso, ma per qualità di grande livello si può superare anche l’euro”. La tipologia di mercati, poi, incide notevolmente: “Noi vendiamo, principalmente, ai mercati ortofrutticoli, da Milano a Firenze, ma anche alla GDO”. Nei supermercati il prezzo è decisivo, più che la varietà o la qualità: “L’anguria, purtroppo, a breve, come al solito, diventerà per la grande distribuzione soprattutto un specchietto per le allodole, con prezzi al ribasso per attirare i consumatori, ma la qualità…”. Secondo Marco Talassi manca ancora un messaggio rivolto al consumatore che illustri qualità e tipologie di angurie, nonché la provenienza: “In quei contesti interessa poco, ma la differenza c’è e si sente”. La sua azienda si rivolge soprattutto al mercato nazionale, anche se un quantitativo interessante vola anche all’estero, Germania, Svizzera e Ungheria. “Anche se, per ora, se ne vede poco in giro, in Italia arrivano solitamente molte angurie dalla Grecia, quest’anno anche da Tunisia e Marocco”. La sua stagione è iniziata da poco: “Iniziamo a giugno e terminiamo a fine ottobre. Si parte con varietà come la Top Gun e si termina con la Karistan e altre varietà, che sono dirette soprattutto all’export”.

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