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Situazione insostenibile. Il dramma del distretto del pomodoro di Pachino

Tra crisi economica generale e concorrenza sleale: il punto della situazione di Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio IGP Pachino

“Non avevo mai visto una situazione del genere, quanto meno negli ultimi 20 anni”. Non usa mezze parole e nemmeno cerca di edulcorare una situazione che, più che preoccupante, sembra avere contorni decisamente allarmanti. Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino, interpellato da myfruit.it per fare il punto della situazione di uno dei comparti più importanti dell’agricoltura siciliana, nonché portabandiera di un prodotto oramai noto, non solo in Italia, sinonimo di gusto, tipicità e qualità, non maschera sfiducia, sconforto e preoccupazione: “L’accordo con il Marocco è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione già in crisi”. Concorrenza sleale, prezzi nettamente inferiori, assenza di tutela delle norme igienico-sanitarie: questi i temi che secondo il Presidente Fortunato non consentono di combattere ad armi pari con pomodori, simili per gusto e tipologia, provenienti da Marocco e Tunisia: “Già prima di questo accordo avevamo segnalazioni di come non venissero rispettati i patti relativi al quintalaggio e al prezzo”. In seguito all’accordo di fine febbraio di quest’anno, dopo il via libera del Parlamento Europeo, la situazione pare diventata completamente insostenibile: “A rischio non è solo il comparto del pomodoro di Pachino, ma tutta l’agricoltura siciliana che pesa il 25% rispetto a quella nazionale. Sono in gioco migliaia di posti di lavoro con chiusure, a catena, di moltissime aziende, come sta già avvenendo”. Fonte foto: econweb.it

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