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Brexit, De Castro: primo via libera all’accordo Ue-Regno Unito

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Autore Redazione

Il negoziatore S&D alla commissione del Pe: “Pretendiamo pieno rispetto accordo di recesso prima del voto finale dell’Europarlamento”

“Restiamo convinti che la Brexit sia un errore storico, con conseguenze sociali, economiche e politiche enormi. Partendo da questi presupposti, sosteniamo convintamente l’accordo raggiunto, perché limita i danni per imprese e cittadini, in particolare sul piano commerciale, e perché garantisce un rapporto tra Unione e Regno Unito basato su commercio equo e standard elevati, evitando il dumping sociale, ambientale e normativo. Ciò non toglie che questo accordo rappresenta solo la base di una partnership più solida che ci auguriamo di poter instaurare con Londra. Molto dipenderà dal rispetto e dall’attuazione da parte del Governo britannico di tutti gli aspetti dell’accordo stesso”. Così Paolo De Castro, negoziatore S&D della commissione per il Commercio internazionale (Inta), in occasione del voto avvenuto oggi – 108 a favore, un contrario e quattro astenuti – alla riunione congiunta delle commissioni Affari esteri e Commercio internazionale del Parlamento europeo, convocata in seduta straordinaria per votare l’Accordo commerciale e di cooperazione tra Ue e Regno Unito.

“Si tratta di un primo passo – ha spiegato De Castro – ma prima del voto finale in Assemblea plenaria, chiediamo ulteriori garanzie sulla piena attuazione di tutti gli aspetti dell’accordo, compreso l’Accordo di recesso e il protocollo sull’Irlanda del Nord. Come Socialisti e Democratici abbiamo svolto un ruolo guida e costruttivo durante tutta la negoziazione, ottenendo misure rigorose per quanto riguarda la parità di condizioni, il cosiddetto level playing field, limitando le conseguenze negative della Brexit e proteggendo i lavoratori, i consumatori, l’ambiente e le imprese”.

Restiamo estremamente vigili – ha concluso l’europarlamentare Pd – per far sì che l’accordo sia pienamente rispettato, in particolare alla luce delle recenti violazioni unilaterali da parte del Governo di Londra dell’accordo di recesso”.

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