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Il CNR formerà ricercatori cinesi

L’obiettivo è garantire sicurezza nell’export agroalimentare



Formazione in cambio di sicurezza alimentare. E’ su queste basi che partirà a breve un progetto del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, con alcuni ricercatori cinesi. L’annuncio è stato diffuso nei giorni scorsi sullo stesso sito internet del CNR, dove si spiega tra l’altro che l’iniziativa è cofinanziata dal Ministero degli Affari Esteri per un costo complessivo di 170.000 euro nel 2005 e mira a formare ricercatori cinesi presso laboratori italiani, affinché si sviluppi anche in questo Paese una cultura della qualità alimentare ed ambientale. Tale progetto, tra l’altro, intende promuovere innovative tecniche colturali in ambito agricolo, che non prevedano l’uso di pesticidi e di altre sostanze potenzialmente dannose per la salute umana. Inizialmente saranno 6 i ricercatori cinesi coinvolti, equamente distribuiti sui centri del CNR di Porano (TI), Bari ed Avellino.
Attualmente, il gigante asiatico sta esportando ogni anno in Italia circa 200.000 tonnellate all’anno tra succhi di frutta, conserve di pomodoro, semilavorati di verdure, pesce e crostacei. Questo dato, come ricorda il quotidiano online “Affari Italiani”, non tiene conto tra l’altro dell’import di mele cinesi, che solo tra gennaio e febbraio di quest’anno si è aggirato sul milione di chili. “Insomma – commenta lo stesso organo d’informazione del portale Libero – ci lamentiamo tanto delle importazioni aggressive di Pechino, ma poi l’aiutiamo a svilupparsi e ad invadere meglio il nostro mercato”.(ma.p)

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