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A Macfrut segnali di riscossa

Alla rassegna di Cesena il settore ortofrutticolo dimostra di voler superare le difficoltà e la crisi strutturale

A Cesena, dal 5 all’8 maggio 2005, assieme a Agro Bio Frut, Salone del Biologico del Mediterraneo e Trans World si è tenuta Macfrut, la mostra internazionale specializzata per l’ortofrutticoltura. Macfrut si è chiusa con circa 33.000 visitatori (oltre il 90% operatori), con una percentuale di stranieri del 18% (15% nel 2004). Fra delegazioni, gruppi e invitati nei padiglioni di Pievesestina di Cesena sono arrivati da un’ottantina di Paesi.
Tra le novità strumentazioni elettroniche per riconoscere il grado di maturazione con lettore ottico, macchinari per la preparazione della quarta gamma (dal taglio di cubetti alla divisione delle patate in 4 parti uguali con uso di telecamera), imballaggi in cartone senza colla. Si sono viste anche nuove specie di cocomero precoce, pomodoro a forma di cuore e più consistente, peperone. E’ stato annunciato anche l’avvio della commercializzazione in Lombardia del pomodoro nero (alta concentrazione di antiossidanti).
Il ministro Alemanno ha annunciato a Macfrut di voler promuovere il consumo di frutta e verdura. “Fra poco partirà una campagna di comunicazione da 12 milioni di euro, 4 dei quali dedicati al prodotto fresco. Non sarà pubblicità -ha precisato- ma comunicazione sociale per far comprendere che consumare ortofrutta fresca è fondamentale per prevenire molte patologie. Inoltre occorre aiutare le imprese, ma solo le imprese più competitive, e ben organizzate”.
Nella prima giornata di Macfrut, con la partecipazione di Alemanno, a Pino Calcagni è andato il Premio Cesena Fiera, e al “Gruppo Rivoira Kiwi Uno” di Cuneo, il Grappolo d’oro Export come miglior esportatore di ortofrutta italiano per il 2004 (il “Grappolo d’Oro” nelle due precedenti edizioni fu consegnato a Fruit Logistica – Berlino).

Il settore ortofrutticolo in Italia: dati su produzione, commercio e consumi

L’ortofrutta in Italia produce 5,2 milioni di tonnellate di frutta (+9,6% sul 2003), 3,2 milioni di tons di agrumi (+16,6% sul 32003) e 17,1 milioni di tons di ortaggi (+10,3%), che hanno portato ad una PLV (Produzione Lorda Vendibile) di 11.750 milioni di Euro (-3,6% sul 2003) per un fatturato (compreso l’indotto) di 22.500 milioni di Euro (+1,3% sul 2003). Nonostante il ritorno a quantità normali, il reddito delle aziende agricole è calato: secondo ISMEA per chi ha prodotto ortaggi il calo è del -17% e di un -3% per frutta ed agrumi (2004 su 2003). Il vistoso calo del saldo della bilancia commerciale che nel 2004 è stato di 405 milioni di Euro, con un -37% sul 2003 è un preoccupante segnale che l’ortofrutticoltura italiana ha perso posizioni sui mercati esteri: Il minor saldo positivo (rispetto ai 651 milioni del 2003), è frutto anche di un calo in valore del -11,3% delle esportazioni italiane, che passano dai 2.853,9 milioni di Euro del 2003 ai 2.531 milioni di Euro del 2004, pari a un volume di export di 3.197.239 tonnellate (nel 2003 furono 3.3476.295.
L’Osservatorio dei consumi ortofrutticoli di Macfrut ha calcolato che le famiglie italiane, nel 2004, hanno acquistato verdura e frutta fresca per 8.266.000 tonnellate, pari al -4,6% sugli 8.634.000 del 2003, spendendo 11,9 miliardi di Euro, ovvero -6,52% sui 12,7 miliardi di Euro del 2003. L’acquisto medio annuo per nucleo è sceso, per la prima volta, sotto ai 400 chili: 383 kg, con un calo di 25 kg (-8,37%, sul 2003).

 

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