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Ultima notte a via Ostiense

Stamane l’apertura del Centro Agroalimentare Romano

Stamane l?apertura del Centro agroalimentare romano, che punta anche all?esportazione dei prodotti laziali
Car, mercati generali e non solo
Si inaugurano a Guidonia stoccaggi, impianti del freddo e di trasformazione
di FABRIZIO VENTURINI

Nel mercato globale alimentare noteranno presto gli avveniristici impianti nati a est di Roma. Ora infatti inizia la fase del marketing: la valorizzazione dell?investimento da 205 miliardi di vecchie lire per costruire il ?Centro agroalimentare romano” a Guidonia tra l?A24 e la Tiburtina. Finite, attivate e riempite le strutture per le attività commerciali all?ingrosso spostate dai Mercati generali di via Ostiense e integrate con nuove attrezzature, moderne tecnologie e servizi aggiuntivi, a qualche ora dall?apertura del Car negli uffici operativi della società di gestione ?Cargest” è già cominciata una fase nuova. Nell?insediamento di 16 ettari progettato dallo Studio Valle, gli spazi occupati da agricoltori, grossisti ittici e ortofrutticoli, una piattaforma logistica per la grande distribuzione, un ?cash & carry” (magazzino all?ingrosso di merci varie ed alimenti confezionati), sono minimi rispetto al totale. E come ripete Giuseppe Biscari presidente della ?Cargest”, «il Car non è la nuova sede dei Mercati generali, non è solo questo. E? una complessa struttura integrata che dovrà svolgere ogni funzione delle filiere ortofrutticola e ittica. Quindi, preparazioni della redditizia quarta gamma (insalate pronte), trattamenti nella catena del freddo, trasformazioni industriali, iniziative fieristiche e piani di trading per esportare i prodotti laziali».
Il percorso avviato con lo spostamento dei grossisti che oggi festeggiano con colleghi, clienti, politici e dirigenti di categoria l?apertura del Car, non seguirà dunque fantasie personali. «Seguiamo il Piano di impresa – dice Biscari – per sviluppare le potenzialità del Car, senza escludere ingressi di capitali privati nella società di gestione (partecipata per ora da Comune, Regione, Camera di comercio), nè l?assunzione di manager per attività di internazionalizzazione». Non si badi troppo alla periferica ubicazione degli impianti. Francesco Saponaro (assessore regionale alle Attività produttive e vicepresidente del Car) come Toni De Amicis (consigliere d?amministrazione al Car) condividono con Biscari la necessità di dar proiezione internazionale all?agricoltura laziale.
Per De Amicis il prossimo passo è la tracciabilità dei prodotti (attestati di provenienza geografico-aziendale), il secondo marchi di qualità (Denominazione di origine protetta, Indicazione geografica tipica) secondo norme europee, il terzo strategie per inserire il Car nei mercati internazionali.
«L?ubicazione ottimale del Car – dice Saponaro – consentirà di spedire in tutta Italia i prodotti laziali. Ma anche in aree dove la regione ha aperto porte importanti. La Tunisia ha interessi nel campo ittico, ritardi nell?immagazzinaggio e le curiamo un piano di import-export. Stoccaggi, imballaggi, tecniche industriali sono campi di interesse del Libano nei quali la Regione ha investito aspettando ritorni a medio periodo. A New York, Los Angeles, San Francisco – prosegue Saponaro – i consumi di prodotti laziali crescono del 12% e vanno bene prodotti biologici che avranno al Car spazi adeguati. Refrigerazioni, confezioni, reti distributive, sistemi di trasformazione sono temi nei quali collaboriamo con polacchi e ungheresi».
http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20021124/01_NAZIONALE/CRONACA_DI_ROMA/KK.htm

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