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Allione in difficoltà

La industria alimentare cuneese necessita di un aumento del capitale sociale di 3 milioni di euro ca

Da La Stampa del 29/8/2002 Sezione: Cuneo Pag. 40

STAMANE INCONTRO IN PROVINCIA, NEL POMERIGGIO RIUNIONE IN MUNICIPIO CON IL SINDACO. TIMORI SUI POSTI DI LAVORO
Allione, l´aiuto è nella «Legge Prodi»
Si chiede l´amministrazione controllata per l´azienda di Tarantasca

TARANTASCA

Oggi alle 15 il sindaco di Tarantasca Riccardo Rosso incontrerà in municipio una delegazione di lavoratori della «Allione», che martedì hanno scioperato perché non ricevono lo stipendio da giugno e temono per il futuro dell’azienda e quindi del loro posto di lavoro. Anche l’assessore provinciale Antonio Degiacomi si occuperà della vicenda, ricevendo la delegazione domattina, in attesa dell’incontro all’Unione Industriale di Cuneo, richiesto da Cgil, Cisl e Uil, che dovrebbe tenersi lunedì nel pomeriggio. Intanto ieri l’azienda dovrebbe aver presentato al ministero la richiesta di ammissione all’amministrazione straordinaria prevista dalla cosiddetta «Legge Prodi», per cercare di superare la crisi di carattere finanziario che la costringe ad operare a regime ridotto. Cosa che impedisce di smaltire gli alti volumi di prodotti ortofrutticoli che le venivano conferiti in passato dai produttori della Granda. I quali si vedono così costretti a spedire la loro merce in altre parti d’Italia, a prezzi praticamente dimezzati. Se il ministero concederà l´amministrazione straordinaria, verrà nominato un commissario con il compito di gestire l´azienda per uno o due anni, congelando i debiti, verificando le prospettive e gli eventuali possibili acquirenti. Si tratterebbe della trafila con la quale fu gestita la crisi del gruppo Bongioanni, che portò al salvataggio, attraverso la vendita, di tutti gli stabilimenti, meno la fonderia di Fossano, che dovette essere chiusa con la perdita di 117 posti di lavoro. Se il ministero non approverà quella forma di amministrazione, pare quasi inevitabile l´intervento del tribunale di Cuneo con la nomina di un curatore fallimentare. A meno che i soci, la famiglia Allione, l´Asprofrut e la Condifesa, non decidano di procedere all´aumento di capitale a suo tempo suggerito dalle banche. Martedì mattina, a pochi metri dalla piazza di Tarantasca dove cinque anni prima si erano esibiti i Platters in un memorabile concerto in chiusura di «Food-ing», il grande convegno internazionale promosso dalla «Allione» sui temi della ricerca in campo ortofrutticolo, c’era il presidio dei 120 lavoratori dell’industria che temono il licenziamento e la chiusura dello stabilimento. In leggera maggioranza le donne, tra cui Samanta e Aranèe, due tailandesi che lavorano nell´azienda da una decina d’anni, sposate e residenti a Tarantasca. Un’altra decina di extracomunitari, tra cui due impiegati, per il resto persone originarie del paese o del circondario. Un centinaio di stipendi che da anni entrano nel circuito economico della zona, come il ricavato dalle aziende agricole per il conferimento dei prodotti. Soprattutto frutta ma anche tanta verdura, patate, carote, spinaci, fagiolini, trasformati in succhi, scaglie e liofilizzati, richiesti dalle grandi industrie alimentari come semilavorato per le loro produzioni. «In questo periodo stiamo lavorando la purea di fragole e mele, l’abbiamo fatto fino a stanotte» dicono Lory e Cinzia, addette alla produzione di scaglie. Patrizia invece si occupa della cernita della frutta, prevalentemente a mano: da una parte i pezzi sani, dall’altra quelli bacati. Tutti esprimono l’ansia per il proprio futuro lavorativo, per una crisi che non riesce a giustificare: la «Allione» ha impianti non obsoleti, ma all’avanguardia e in un settore, l’agroalimentare, in crescita in tutto il mondo.
Piero Dadone

 

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