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Banane: la Guardia di Finanza di Savona indaga

Presunte irregolarità in materia di dazi doganali sull´import di banane

INDAGINI DELLA FINANZA NEL SETTORE DELL´IMPORTAZIONE DI BANANE. L´ACCUSA: VERSATE MENO IMPOSTE DEL DOVUTO

Dazi, aziende savonesi nel mirino
Chiamate in causa la Gf Invest e il Gruppo Maineri

SAVONA

L´inchiesta per le presunte irregolarità in materia di dazi doganali sull´import di banane e – ma in misura molto più contenuta – aglio coinvolgerebbe anche la GF Invest, la holding che vede come azionista di maggioranza la famiglia Orsero, e il Gruppo Maineri di Ceriale, quest´ultimo affiliato ad una grande società di Verona. Le indagini, condotte dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Savona e coordinate dal procuratore capo Vincenzo Scolastico con il sostituto Maria Chiara Paolucci, sarebbero partite un anno fa, a seguito di una verifica di routine nell´Albenganese. Da qui, i finanzieri avrebbero allargato il campo, sottoponendo a controlli – questa volta più specifici – una cinquantina di aziende, nell´intera provincia. Il reato originariamente contestato è quello del contrabbando. Gli inquirenti starebbero valutando anche l´ipotesi di truffa ai danni dell´Ue (il paese che accoglie la frutta estera, in questo caso l´Italia, riscuote i dazi doganali per conto dell´Unione europea). I controlli sarebbero stati estesi a più anni, a partire dal 1998; il mancato versamento dei dazi, secondo la Finanza, ammonterebbe a diverse centinaia di migliaia di euro. I regolamenti che disciplinano la materia prevedono due categorie di importatori, quelli tradizionali (i grandi importatori) e quelli non tradizionali. Ciascuna categoria può importare un determinato quantitativo di merce – in questo caso banane – a dazi ridotti; se supera la quota, aumenta l´imposta. I grandi operatori, secondo l´accusa, avrebbero bypassato questa limitazione: avrebbero sfruttato le quote loro spettanti con dazi ridotti, e poi avrebbero usufruito anche di quelle previste, alle stesse vantaggiose condizioni fiscali, per gli operatori non tradizionali, facendo passare le merci da questi ultimi (la normativa consente però agli operatori non tradizionali di acquistare e rivendere i prodotti importati). L´inchiesta savonese – in questi ultimi giorni sarebbero stati completati gli accertamenti presso le imprese – segue ad altri procedimenti penali, aperti a Milano e Verona, incentrati sempre sull´import di frutta e altri generi alimentari. Indagini che, avviate cinque anni fa, risulterebbero ancora nella fase preliminare.
Fabio Pozzo

Da La Stampa del 23/4/2002 Sezione: Savona Pag. 41

SAVONA: CRESCE IL NUMERO DELLE AZIENDE COINVOLTE

Dazi doganali due le inchieste

SAVONA

Si allarga a macchia d´olio l´inchiesta per le presunte truffe sui dazi doganali nell´import di banane e aglio. Il numero delle aziende finora coinvolte sfiorerebbe quota ottanta. Sono due i filoni d´indagine. Uno è prettamente savonese e vede in prima fila negli accertamenti gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza savonese, coordinati dal sostituto procuratore Maria Chiara Paolucci. Sarebbero per ora una decina le imprese chiamate in causa, attraverso i loro rappresentanti legali. Capofila sarebbe il Gruppo Maineri di Ceriale. Il secondo filone d´inchiesta è invece condotto dal procuratore capo Vincenzo Scolastico, e sta impegnando le «fiamme gialle» di Genova. Un fascicolo molto più corposo, che vedrebbe coinvolte una settantina di aziende, tra le quali la Gf Invest, la holding che vede maggiore azionista la famiglia Orsero, il primo importatore italiano nel settore. L´ipotesi di reato partenza sarebbe quella del contrabbando, per presunti dazi doganali non versati dai grandi importatori, attraverso l´utilizzo di quote fiscali agevolate previste per gli operatori non tradizionali. La procura savonese starebbe valutando anche l´ipotesi della truffa ai danni della Unione Europea.
f. poz.
Da La Stampa del 24/4/2002 Sezione: Savona Pag. 39

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