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Ingrosso

Dai mercati: zucchine senza prezzo, sotto i 50 cent

Mercato Bari

Bene le vendite di angurie e meloni a Firenze. A Bari le pesche a 1 euro mentre le ciliegie non arrivano ai 3 euro

Le zucchine vanno sotto zero, si trovano facilmente a meno di 0,50 euro. E non spuntano grandi cifre neanche le pesche e altri articoli. Beninteso, per una gran parte della frutta (in particolare) e della verdura la qualità nei mercati all’ingrosso si paga sempre, ma c’è ampia scelta del primo prezzo. Siamo in una stagione di recupero grazie alle riaperture, ma si sconta lo sfavorevole andamento climatico di maggio che ha rallentato i consumi.

A Firenze servono tanti turisti

Bene, ma non troppo. Aurelio Baccini, vicepresidente nazionale Fedagro e presidente dell’associazione locale, come sempre è molto chiaro: “Con l’Horeca, se abbiamo perso l’80% ne abbiamo recuperato un 2o%. Siamo ancora a mezzo servizio“. Questo il quadro. “Si deve valutare il problema climatico di maggio, solo ora ci siamo riallineati. Ma si tratta di un mese molto importante sia per fatturato sia per margine e se perdi qualche numero non riesci a recuperarlo. In altri termini: non c’è un altro maggio e non è scontato che l’anno prosegua sotto buoni auspici“.

Angurie e meloni finalmente in campo

Il mercato di Firenze

Baccini fa un’analisi sui prodotti di stagione: “Angurie e meloni hanno ripreso finalmente il ruolo che gli spettava, hanno fatto tanta panchina a maggio. L’anguria arriva da Fondi, Napoli, Battipaglia e siamo a 0,70/0,80 euro contro un’anguria siciliana di ottima qualità si  va intorno a un euro e a volte lo supera”. Sul melone con l’arrivo dei mantovani si pare un’ampia forbice: “Una gran divario. Il top quality può toccare 2,50 ma anche 2,70 euro; per la media qualità siamo a 1,50 e il primo prezzo sotto l’euro: a 0,70/0,80“.

Una forte oscillazione anche per le pesche: “L’origine è Spagna, Puglia e Campania ma è iniziata qualcosa pure in Emilia Romagna. I prezzi partono da 0,90 euro per un calibro C e toccano 1,80 per doppia A. Le prugne, al momento sono soprattutto straniere”. Ripresa per le albicocche: “Finalmente del buon prodotto. Si parte da 1,20 fino ai 2,50 euro della merce di Errani”. Salgono anche le ciliegie: “Il mercato si è rianimato sia per clima sia per l’arrivo delle varietà migliori. Abbiamo Vignola e iniziato il Trentino. Ci siamo persi tre settimane di campagna. Andiamo dal prodotto spagnolo a 2/3 euro fino ai 7/8 del Trentino“.

Pomodori frenati dagli olandesi

in sostanza a soffrire sono soprattutto gli ortaggi. “I pomodori sono calmierati dal prodotto olandese quotato intorno a 0,90/1 euro. Abbiamo il fine produzione di serra in Sicilia e l’inizio in campo aperto in Campania. I prezzi: 1 euro grappolo; 1,20 Pixel; 1,50/160 ciliegino“. Ma sono le zucchine che non hanno prezzo. Sotto i 0,40 euro? La risposta è chiara. “Le melanzane vivono tra 0,70 e 0,90 e il peperone a 1,50/2 euro. Le insalate stanno prendendo la loro collocazione ovvero stanno intorno a 1 euro”. Chiudiamo la tappa fiorentina con le fragole: “Siamo passati alla Sant’Orsola di Verona, quella del Sud ormai è finita dopo una campagna molto lunga per Candonga e Rossetta che l’hanno allungata di un mese e mezzo. Il prezzo? La tendenza è al rialzo”.

A Bari pesche intorno a 1 euro

In Puglia è d’obbligo la tappa con Pino Lucatorto, presidente di Fedagro Bari che descrive un andamento lento dei consumi. “I prezzi per la frutta di stagione ovvero pesche a albicocche, prodotto pugliese e dalla Basilicata, sono intorno a 1 euro“. Le tanto discusse ciliegie? “Non è cambiato molto, oscilliamo da 1 a 1,50 euro, massimo 3 euro ma sono casi eccezionali“. L’ anguria pugliese di campo aperto quota 0,60 euro, origine dalla provincia di Lecce, Nardò e tra 2 giorni: “Partiamo con la Melania che ha davanti 1 mese e mezzo“. Il melone è sotto l’euro. I limoni? “Sta salendo il prodotto extra di Rocca Imperiale, in Calabria, che sfiora i 2 euro. Quello siciliano è a 0,70 euro“. E pure qui le zucchine sono un disastro, almeno per il prezzo: anche qui sotto i 0,50 euro.

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