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In sintesi

Sipo al workshop Next generation food packaging

MassimilianoCeccarini_SIPO
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Autore Redazione

Organizzato dall’UniBo ha valutato l’evoluzione di materiali, macchine e processi per una corretta gestione della sicurezza alimentare

Recentemente Sipo ha preso parte al workshop dal titolo Next Generation Food Packaging che si è tenuto all’aula magna del Campus di Scienze degli Alimenti di Cesena.

L’obiettivo era illustrare come il packaging sia un elemento fondamentale per la sostenibilità e la sicurezza alimentare. Le sue evoluzioni in termini di nuovi materiali, macchinari e processi, descritte dal Ciri – Centro interdipartimentale di ricerca industriale agroalimentare dell’Università di Bologna e direttamente dalle imprese che collaborano attivamente con i laboratori di ricerca industriale, dovranno contribuire attivamente alla progettazione di linee di intervento che si inseriscono nel nuovo periodo di programmazione regionale nel solco della “Strategia di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente” che coincide con la fase di ripartenza e l’erogazione delle risorse del Pnrr.

Illustrando le attività sviluppate dall’azienda sul fronte dello sviluppo di packaging sempre più innovativi e sostenibili. “Le verdure che confezioniamo, in special modo quelle in foglia, sono prodotti vivi ad alto tasso di umidità e soprattutto con caratteristiche diverse le une dalle altre. Il packaging – ha sottolineato Massimiliano Ceccarini, Sipo general manager – riveste quindi un ruolo fondamentale nella tenuta del prodotto e relativa shelf-life, nel garantire la sicurezza igienico-sanitaria e mantenere le caratteristiche organolettiche in fase di acquisto nel punto di vendita e nell’evitare maggiori sprechi al punto vendita con sfridi dovuti alla manipolazione dei prodotti da parte dei consumatori”.

Sipo ha realizzato diverse iniziative per favorire l’utilizzo di packaging sempre più sostenibili. In particolare la riduzione del 33% delle materie plastiche, film e vassoi, e utilizzo di plastica riciclata; l’utilizzo di film biodegradabile e compostabile per la linea degli spinaci biologici; l’utilizzo di vassoi in carta; l’utilizzo di film microforati per garantire una maggiore shelf-life e in fase di test film biobased ottenuti da materie prime di origine naturale anziché fossili.

I problemi legati a un packaging sostenibile oggi sono: gli alti costi di acquisto; i problemi di compatibilità tra le macchine di lavorazione e materiali di confezionamento con conseguente innalzamento dei costi produttivi; le problematiche dello stoccaggio del materiale (al buio e di breve durata); un film meno trasparente e brillante.

Ceccarini ha posto alcuni quesiti: “È oggi una comunicazione chiara e lineare sul pack dei prodotti che faccia capire ai consumatori ciò che è veramente sostenibile? Dai distributori viene riconosciuto un prezzo maggiorativo per il sovracosto di questi materiali di imballaggio? In conclusione, dobbiamo lavorare più in sinergia noi operatori della filiera agro-alimentare con gli enti scientifici e di ricerca e con gli enti pubblici per trovare le giuste soluzioni che non ricadano sulle tasche dei consumatori”.

A fine lavori Francesco Capozzi, direttore del Ciri, ha invitato il mondo della produzione, della ricerca e degli enti pubblici a riunirsi per trovare le soluzioni più appropriate e sostenibili.

Fonte: Sipo

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