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In primo piano

L’autunno caldo fa danni: “Siamo quasi tropicali”

Andata a rotoli la programmazione e i prodotti autunnali si vendono meno

Il carciofo spinoso invece che a novembre si raccoglie ai primi di dicembre, le clementine precoci maturano (con difficoltà) nello stesso tempo programmato per quelle comuni. Si crea affollamento sui mercati e si deprime l’offerta, il termometro anche sopra i 30 gradi spariglia piani, programmi e attese  degli agricoltori. I contadini sono consapevoli che la guerra finirà come anche la speculazione internazionale iniziata a far danni prima delle bombe ma dalla tropicalizzazione difficilmente ci si salva. I cambiamenti climatici saranno strutturali e la pioggia di comunicati di Coldiretti, dal Piemonte alla Puglia, di questi giorni, se  non si corre ai ripari, una costante delle stagioni al surriscaldamento globale.

Clementine precoci arrivano ai mercati insieme a quelle comuni

Myfruit,it ha sentito Alessandro Marchese anche per la sua doppia veste: produttore di agrumi in Calabria e commerciante all’ingrosso nel mercato di Rimini.  Anzi tripla visto che è rappresentante dei grossisti riminesi. “Il clima è sempre più grandinate e bombe d’acqua, temperature altissime che bruciano le colture e mancanza di precipitazioni per mesi anche in zone non abituate alla siccità”.

Verso la tropicalizzazione

I disastri arrivano sui banchi dei mercati: “Pensiamo ai problemi dell’uva di tavola. E’ stata raccolta bellissima poi  cambiava colore e tendeva allo scuro”.  Il problema è serio: “Andiamo verso un clima tropicalizzato, l’autunno è diventato un prolungamento dell’estate. Gli agricoltori non sanno più come comportarsi. Il faro deve essere la sostenibilità  come un fattore di sviluppo, se la produzione non è sostenibile non si riesce  più a garantire  un reddito”.

La guerra passerà, pure la speculazione ma i cambiamenti climatici?

Marchese sottolinea che questo periodo con più crisi in grembo “possiamo considerarla una parentesi”.  Ma “se torniamo a uno stato di normalità, senza guerra e speculazione, ci resta l’estate rovente come è stata  in Calabria. Per irrigare serve energia e da 22 mila  euro  siamo arrivati fino a 90mila euro di bolletta“.

Alessandro Marchese

Alla fine è tutto un numero. Triste. “C’è un nuovo governo, si deve occupare di queste problematiche perché l’agricoltura crea un’economia vera, fa bene al territorio. Bisogna tutelare questo settore primario e vitale”.

I carciofi spinosi slittano a dicembre

In ritardo gli agrumi, ma pure i carciofi in Sardegna. “Queste temperature più che  primaverili ci stanno creando  problemi, ci  sarà un ritardo di produzione. Da novembre passiamo a dicembre per la raccolta. Sul fronte sanitario abbiamo registrato qualche attacco ma abbiamo risolto con i trattamenti fitosanitari. Ma speriamo si ritorni alla normalità, alle tipiche temperature di stagione“. Parole di Carlo Cherchi, direttore del Consorzio carciofo spinoso sardo.

Le eccezioni che confermano la regola

Se soffrono le colture storiche crescono bene  i frutti tropicali che ormai, dall’avocado al mango, stanno trovando terreno e fertile e buon clima nel sud Italia. Ma come dicono i produttori quest’anno è andata bene pure alle zucche: “Una buona annata che reggendo bene il caldo dell’estate appena trascorsa, sono disponibili in buona quantità e presentano una qualità elevata”. Fanno sapere da Bmti che parlano anche delle castagne: “A differenza delle ultime due annate, sono principalmente di pezzatura medio-grande. Infatti, le piogge, anche se esigue, che a luglio e agosto hanno interessato l’arco appenninico, zona di maggiore produzione, hanno permesso alle piante di tutte le varietà di sviluppare castagne di dimensioni ottimali”. Ma il troppo caldo frena i consumi:  “Il livello della domanda ancora basso a causa delle temperature che si mantengono alte”.

Siamo tropicali anche al Nord

I cambiamenti climatici interessano anche il nord. L’allarme viene lanciato da Coldiretti Cuneo: “Se in campo, per la frutta e gli ortaggi autunnali, gli agricoltori sono riusciti a sopperire nella maggior parte dei casi alla carenza d’acqua con le operazioni di irrigazione, pur a fronte di costi moltiplicati a causa dei rincari energetici, resta la preoccupazione per le semine dei cereali autunnali come il grano”.

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