Il punto di Fruchthandel

Dal fresco al pronto: i consumatori al bivio della sana alimentazione

E’ giusto guidare i cittadini nella scelta del menu? “Iniziative sì, comunicazione anche, obblighi di legge no”

Nell’editoriale a firma di Inga Detleffsen, Fruchthandel ragiona di nutrizione, sana alimentazione, dieta e campagne di comunicazione ad hoc. In Germania, nello specifico. Dove, a metà maggio, è stata lanciata una campagna con lo slogan “I gusti differiscono“.

“Ciò che a prima vista sembrava corretto, in un secondo momento mi ha messo a disagio – scrive Detleffsen – perché non si trattava di garantire diversità nell’alimentazione, ma piuttosto di una azione contro una legge secondo la quale gli alimenti trasformati dovrebbero contenere meno zuccheri. Paternalismo verso i cittadini, è l’accusa dell’associazione dei dolcificanti. Eppure il rapporto sulla nutrizione del Bmel (il ministero delle Politiche alimentari e dell’agricoltura tedesco, ndr) del 2022 affermava che l’82% dei consumatori era favorevole a prodotti finiti contenenti meno zucchero, anche se il sapore sarebbe stato meno dolce (solo il 10% avrebbe voluto compensare la presunta perdita con edulcoranti, ndr)”.

Consumatori responsabili ma immaturi

In realtà, non sembra che l’idea sia nata del tutto contro la volontà dei consumatori, ma piuttosto come misura a supporto di eventuali barriere di protezione per zucchero & co a disposizione del governo. “Per quanto noi consumatori siamo responsabili – continua Detleffsen – siamo anche immaturi: il nostro cervello è evolutivamente addestrato a gradire l’alta densità energetica e vuole continuare a consumare questi alimenti, che vengono percepiti come gratificanti. Un assunto recentemente confermato anche dal Max Planck Institute in collaborazione con l’Università di Yale. In estrema sintesi, il consumo di cibi grassi e zuccherini fa sì che le persone preferiscano questi prodotti anche nel futuro. E chi non ricorda i topi che si comportavano come drogati in uno studio sullo zucchero?”.

Nei giorni scorsi si è aggiunto uno studio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che mette in guardia dall’uso a lungo termine dei dolcificanti, in quanto la ricerca ha evidenziato effetti sul sistema immunitario e sul gusto. “La mai parte realista osserva Inga Detleffsen – preferisce temere che le scoperte siano vere piuttosto che sperare siano false. Quindi, in linea di principio, non credo sia sbagliato accompagnarci nella composizione del nostro menu”.

Iniziative e comunicazione sì, obblighi di legge no

Alexis Degouy, direttore generale di Interfel, l’associazione interprofessionale francese del settore ortofrutticolo, è d’accordo: “Iniziative sì, comunicazione anche, obblighi di legge no”, ha sottolineato di recente in un’intervista alla rivista specializzata Végétable, e per questo scommette principalmente sull’educazione di tutte le fasce d’età e su campagne regionali.

La campagna “La vita è migliore” di quest’anno, ad esempio, si concentra esplicitamente sui millennial perché, sebbene i giovani tra i 25 e i 35 anni abbiano dichiarato nei sondaggi di volere mangiare cibi più sani e a base vegetale, solo un terzo lo ha fatto effettivamente. Anche perché frutta e verdura sono meno facili da preparare, secondo le conclusioni. La conoscenza è una cosa, la disponibilità un’altra.

Dopo tutto, conclude Inga Detleffsen, “chi non sa che una mela già tagliata è più facile da mangiare rispetto a una mela intera e che qualcosa di veloce dal fornaio corrisponda alla pausa pranzo di molti consumatori? È qui che l’aspetto della convenienza del fresco e del pronto al consumo entra in gioco come un piccolo aiuto, l’e-bike del cibo, per così dire, con cui anche gli inesperti possono scalare montagne vitaminiche che forse non avrebbero raggiunto senza un supporto. Almeno c’è l’insalata in busta, no? Per il resto, nel mio piccolo, continuo a portare diligentemente ai miei amici frutta fresca estiva e qualche spuntino a base di verdure. I gusti sono diversi, dopotutto”.

Fonte: Fruchthandel Magazin

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