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Nocciole: una cassaforte per l’agricoltura del futuro

Marco Babini: “Le colture arboree stanno vivendo uno stallo, ma non ci preoccupa. E’ importante comunicare il valore dell’investimento”

“Tutte le colture arboree, non solo le nocciole, stanno vivendo una fase di stallo e c’è attualmente molta incertezza sulla programmazione per i nuovi impianti 2023/24. Ma non sono preoccupato: sappiamo che questa situazione è dovuta in gran parte all’esplosione dei listini che, negli scorsi mesi, hanno avuto i seminativi, dal girasole, al grano, all’erba medica. Il nocciolo rimane un investimento sicuro e che, per molti versi, guarda all’agricoltura del futuro”.

Con queste parole Marco Babini, responsabile Nocciolo per la cooperativa Terremerse, riflette sulle tendenze che stanno riguardando la nocciola e, più in generale, tutte le colture arboree.

“C’era da attendersi una simile situazione – riflette Babini – con le quotazioni che i seminativi hanno avuto durante lo scorso anno. Tanto che, appunto, in questo periodo registriamo un momento di stanca sulla programmazione, da parte degli agricoltori, della messa a dimora di nuovi impianti di nocciolo. Analoga situazione, del resto, si sta attraversando anche per il mandorlo, il pesco, il susino, solo per fare alcuni esempi. Ma, appunto, sappiamo perché sta accadendo tutto ciò e, proprio per questo, possiamo dire di non essere preoccupati”.

Babini aggiunge: “Intanto, stiamo completando la programmazione prevista per l’annata 2022/2023, con la messa a dimora di circa 40 ettari di nuovi noccioleti tra Romagna, Marche e il Lazio. Quella sorta di allergia alle colture poliennali dovrebbe passare in fretta, anche perché è importante, per un imprenditore agricolo, ragionare sulla diversificazione delle proprie colture e gettare le basi anche sul futuro della sua azienda, non solo sul presente. Il nocciolo, nello specifico, ha tutte le carte in regola per essere una coltura remunerativa e in linea con le nuove normative della Farm to fork 2030. Rispetto a diverse altre colture, infatti, richiede meno manodopera, richiede poca acqua, necessita di un numero molto limitato di agrofarmaci e assorbe molta CO2, fattore quest’ultimo molto importante se andrà in porto la cosiddetta questione dei crediti di carbonio. E’ importante, ovviamente, avere contratti di filiera, con aziende od Op, per proteggere la propria redditività. In ogni caso – conclude Babini – anche quest’anno organizzeremo diversi eventi per dimostrare sul campo, e non solo a parole, la validità della scelta di investire sul nocciolo”.

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