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Frutta a guscio ed essiccata

Nocciole e castagne: nel Viterbese un’altra annata da dimenticare

Fernando Monfeli: “Per la corilicoltura è andata molto male, con perdite di prodotto oltre il 40%”

A Caprarola (Viterbo), nel cuore del Lazio corilicolo, è tempo di bilanci per l’annata delle nocciole e, per chi le coltiva, anche delle castagne. Tra questi c’è Fernando Monfeli, titolare della Società agricola Monfeli, che conta trenta ettari di noccioleto biologico, cui si aggiungono dieci ettari di castagneto bio. Il figlio Roberto conduce invece la parte dell’azienda in convenzionale, con 25 ettari di noccioleto e due ettari di castagneto.

Con le nocciole – spiega Monfeli – è andata molto male. La grande siccità della scorsa estate ha infatti provocato numerosi aborti tra i frutti delle piante, tanto che in media, nella zona, abbiamo perso circa un 40% di prodotto rispetto a una produzione normale. Un vero peccato, anche perché fino alla primavera inoltrata le cose stavano andando bene”.

Non è andata meglio coi prezzi. “Viste tutte le problematiche che si sono state, come gli aumenti del concime e del gasolio – continua Monfeli – ci aspettavamo un aumento dei listini. Invece, le nocciole sono state tra i pochi prodotti a fare eccezione, con quotazioni in ribasso di almeno un euro rispetto a un anno fa. Siamo infatti andati da un massimo di 6,30 euro punto resa per un prodotto perfetto fino a prezzi anche nettamente inferiori, a seconda del cimiciato e del guasto”.

Ultimo ma non meno importante, a rovinare la stagione delle nocciole ci si è messo anche il meteo. “Nel periodo della raccolta ha piovuto – rileva Monfeli – quindi si sono presentati anche problemi di frutti guasti. Meglio di altri anni, invece, è andata la situazione con la cimice”.

Sul fronte castanicolo, Monfeli aggiunge: “Le quantità c’era, seppure con pezzature inferiori rispetto alla norma. Il problema, quest’anno, sono state le elevate temperature, del tutto anomale, registrate durante il mese di ottobre. A nessuno viene infatti in mente di acquistare castagne con 30 gradi. Per un lungo periodo, quindi, il mercato è rimasto sostanzialmente fermo. Inoltre, anche in questo caso, ci sono messi i listini: i prezzi andavano dai 350 euro il quintale per i calibri più grossi, praticamente inesistenti (nessuno aveva prodotto da 55/60 castagne il chilo), fino a meno di 150 euro il quintale per i calibri più piccoli. L’anno scorso, si partiva da 100 euro in più per quintale e il divario non era così sproporzionato”.

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