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Frutta a guscio ed essiccata

Farina di Neccio della Garfagnana Dop: premesse di ottima annata

Stefano Bresciani: “Il raccolto è abbondante e ci sono meno problemi di marciume rispetto al 2021”

I primi risultati arriveranno solo tra più di un mese, ma le premesse sono molto buone perché la Farina di Neccio della Garfagnana Dop, una delle tante eccellenze del made in Italy, viva un’ottima annata.

A spiegare perché è Stefano Bresciani, presidente dell’associazione Castanicoltori della Garfagnana e titolare dell’azienda agrituristica La Betulla di Molazzana (Lucca), che spiega: “In tutta la Garfagnana, quest’anno, la produzione è decisamente in aumento rispetto al 2021. Solo in qualche area molto circoscritta si trova poco prodotto, ma appunto si tratta di eccezioni. Anche la qualità dei frutti è decisamente migliorata, visto che si è ridotta sensibilmente la percentuale di quelli colpiti da marciume. L’anno scorso, lo scarto dal secco al pulito, è stato nell’ordine del 40%”.

Dunque, è prevista in sensibile ripresa anche la produzione della Farina di Neccio della Garfagnana Dop, una denominazione che viene realizzata ricorrendo a una lenta essiccazione delle castagne (circa due mesi) in metati alimentati a legna, per procedere poi con la macinazione.

“L’anno scorso – continua Bresciani – siamo arrivati a superare i mille quintali, mentre quest’anno potremmo oltrepassare i 1.500 quintali. Le nostre varietà di castagne, infatti, si adattano particolarmente per essere lavorate e diventare farina, viste le loro pezzature, la concentrazione degli zuccheri e gli aromi che sanno esprimere. Tuttavia, non manca una percentuale che viene venduta fresca”.

Proprio il sistema di lavorazione tradizionale, con i metati impiegati per l’essiccazione, scongiurerà un aumento eccessivo dei prezzi, ritoccando solo leggermente le quotazioni, visto che comunque sono cresciuti il gasolio e i materiali per l’imballaggio.

“Data l’alta produzione – conferma Bresciani – quest’anno i prezzi delle castagne sono in calo rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda quelle della nostra zona, si va da 80 centesimi a 1 euro il chilo, rispetto agli 1,20-1,30 euro il chilo dello scorso anno. Tuttavia, per la farina prevediamo un leggero aumento rispetto al 2021. Da una media di 12 euro il chilo al dettaglio, si potrebbe passare a 13-14 euro, appunto per i rincari che ci sono stati nel gasolio e nei materiali per l’imballaggio”.

Notizia positiva, infine, è che il cinipide in quest’area non è più un problema. “Ormai, grazie al Torymus, l’insetto antagonista  – conclude Stefano Bresciani – è stato trovato un equilibrio”.

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