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Nocciola di Giffoni: la produzione è al 30% rispetto alla norma

nocciola giffoni

Giuseppe De Feo: “Problemi con l’allegagione e il meteo, diversi enti hanno già chiesto lo stato di calamità”

I conti finali si devono ancora fare, ma ormai la situazione è già piuttosto chiara: il 2021 è stato un anno di “magra” per la Nocciola Tonda di Giffoni Igp, che rispetto a un’annata normale, come ad esempio quella dello scorso anno, registra un calo di produzione fino al 70%, tanto che si raccoglierà alla fine solo circa il 30% di quello che potrebbe esprimere in linea teorica il potenziale produttivo.

A confermare questa situazione è Giuseppe De Feo, coordinatore della cooperativa agricola Tonda Giffoni, che spiega: “Siamo al 30% rispetto al 2020 e tra pochi giorni la raccolta sarà completamente terminata. I fattori che hanno portato a un così drastico calo della produzione nel nostro comprensorio sono diversi e vanno dalla scarsa allegagione della scorsa primavera alle gelate tardive alle quote più alte. Inoltre, nelle ultime settimane precedenti alla raccolta ci si è messa anche la siccità; qui da noi non piove praticamente da oltre tre mesi”.

Diverso, invece, è il discorso del prezzo, che ovviamente data la mancanza di prodotto è in rialzo rispetto all’anno passato. “Oggi le quotazioni per la nostra nocciola a marchio Igp sono circa 400 euro il quintale, mentre quella non a marchio scende di circa 50 euro. Il problema principale legato a questa situazione è quello della fornitura alla Gdo, visto che abbiamo contratti con aziende confezionatrici che poi servono questo canale. Una mancanza di disponibilità di prodotto potrebbe far volgere lo sguardo della grande distribuzione a fornitori esteri, anche se ovviamente la qualità del prodotto non sarebbe la medesima”.

Il problema della scarsa produzione di quest’anno – che, a onor del vero, per la nocciola riguarda un po’ tutta Italia – rimane dunque intatto. Come reagire a tale impasse? “Già lo scorso luglio – chiude De Feo – abbiamo fatto richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Tra il centinaio di nostri soci, diversi hanno puntato sulla monocoltura del nocciolo. Così come noi, la medesima richiesta è stata avanzata anche da realtà come Coldiretti, Confagricoltura e Cia. Vedremo come andrà a finire”.

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