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Frutta a guscio ed essiccata

“Nocciole, ci siamo salvati grazie alla qualità”

saverio rapalino

Saverio Rapalino, titolare del brand Noccioleria, racconta dell’andamento del 2020 e parla dei prossimi obiettivi

Un anno travagliato, ma meglio di quanto si possa pensare. Grazie a un elemento imprescindibile: la qualità. Semplificando al massimo, può essere sintetizzato così il 2020 dell’Azienda agricola Rapalino Saverio di Benevello (Cuneo), specializzata nella produzione della Nocciola Piemonte Igp e di semilavorati a base di nocciola (granella, pasta, ecc.), nonché proprietaria del brand “Noccioleria”. Myfruit.it ne ha parlato con il titolare, Saverio Rapalino.

Che bilancio si può trarre del 2020?

L’annata è stata senz’altro travagliata per un’azienda come la nostra che, per la maggior parte, lavora con la gelateria e la pasticceria. Questi settori, assieme a quello della ristorazione, sono stati infatti tra i più colpiti dal lockdown e dalle varie restrizioni. Anche quando per loro era consentito rimanere aperti, la possibilità di servire un solo cliente alla volta anziché ad esempio quattro tutti assieme, ha inciso nelle vendite. Ciò che ha permesso alla nostra azienda di non soffrire troppo tale situazione e di pareggiare sostanzialmente il bilancio è stata la qualità, che abbiamo sempre perseguito come filosofia aziendale. Avendo nel nostro portafoglio clienti solo gelaterie e pasticcerie di alto livello, che con l’asporto hanno comunque avuto un certo movimento, è stato possibile riuscire a piazzare il nostro prodotto. Il cliente che cercava gelati o prodotti di pasticceria a basso prezzo andava al supermercato; chi voleva una vaschetta o altri prodotti di un certo tipo faceva riferimento a negozi come quelli a cui vendiamo i nostri prodotti. In tal modo, quindi, è stato possibile limitare i danni. Tenuto conto, peraltro, del contesto congiunturale, che per il 2019 ha visto una produzione di nocciole molto limitata.

Ci sono stati Paesi come la Svezia, nei quali il lockdown non è stato fatto e per lungo tempo le misure anti-covid sono state limitate. Avete provato a incidere di più su queste situazioni?

Abbiamo qualche cliente in Svezia, ma non sono casi che possono risolvere una situazione. In Paesi come questi, infatti, la cultura del gelato è molto diversa e i consumi sono assai inferiori.

Come è andata la produzione 2020?

Il raccolto è stato in linea generale molto abbondante e qualitativamente superiore al 2019. Se non il doppio, c’è stato un 60-70% in più nella produzione. Per quanto ci riguarda, ci siamo attestati sui mille quintali di nocciole in guscio (tutte certificate Igp, ndr).

Una produzione così abbondante ha avuto conseguenze?

Certamente. I prezzi in campo sono scesi sensibilmente, attorno al 30-35% in meno. Così è stato, anche se in misura minore dovuta a costi fissi non comprimibili, per i semilavorati. Se è vero che dalla parte agricola ci sono polemiche soprattutto perché si temono speculazioni, ciò potrebbe essere anche un fatto positivo nell’ottica della commercializzazione del prodotto, dal momento che il prezzo è sempre un fattore importante. Bisognerà quindi vedere come evolverà la prossima stagione estiva. Speriamo quindi nelle riaperture, e che queste siano promettenti. In ultima analisi, occorre infatti mettere il consumatore nelle condizioni di avere lo slancio all’acquisto di un gelato. Tanti possono permettersi di spendere 2 euro per un gelato, ma devono avere appunto la voglia e il desiderio di acquistarlo.

A livello aziendale, quali obiettivi avete per l’anno appena iniziato?

Continueremo ad attenerci alla filosofia prettamente agricola che ci contraddistingue, producendo quindi Nocciola Piemonte Igp di altissima qualità e semilavorati per la gelateria e la pasticceria, senza avventurarci in altri ambiti più commerciali, come ad esempio quello delle creme spalmabili, il che richiederebbe più personale, competenze diverse e perfino una fiscalità differente. Da 10 anni a questa parte abbiamo tendenzialmente aumentato le superfici destinate a nocciola e, di conseguenza, la produzione. Da 30 siamo passati agli attuali 40 ettari. Puntiamo quindi a proseguire su questa linea, anche con eventuali nuove acquisizioni e nuovi impianti.

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