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Giornata della Noce, focus sulla protezione

Si è svolta venerdì scorso, presso l’Azienda Agricola San Martino in Strada (FC), l’annuale appuntamento con “La Giornata della Noce”, iniziativa organizzata da Azienda San Martino e New Factor (azienda riminese specializzata nella produzione e lavorazione di frutta secca) al fine di creare un’importante occasione di dialogo fra i protagonisti del settore. Focus dell’edizione 2013 sono state le nuove strategie di coltivazione del noce da frutto. “Siamo partiti dal presupposto che la difesa fitosanitaria sia sicuramente uno degli aspetti più importanti nella coltivazione”, ha dichiarato il Dott. Alessandro Annibali, presidente di Azienda Agricola San Martino e di New Factor. “Ottenere un’efficace protezione delle piante e dei frutti, minimizzando l’impatto ambientale, richiede infatti un continuo affinamento della tecnica in campo. E, vista la criticità sul panorama nazionale in quest’ambito, negli ultimi anni abbiamo deciso di investire in ricerca e innovazione al fine di trovare valide alternative. In collaborazione con il Prof. Emilio Stefani dell’Università di Modena e Reggio Emilia abbiamo avviato un percorso che ha portato alla realizzazione di prove sperimentali sulla difesa nei confronti della maculatura batterica, individuando nuove soluzioni per il controllo di tale patologia”. “Nell’approccio convenzionale – ha aggiunto Luca Fagioli, tecnico agronomo del Consorzio Agrario di Ravenna – la difesa è basata essenzialmente sull’impiego di due principi attivi: i sali di rame e il Mancozeb. I primi, che costituiscono l’unico mezzo di difesa per le produzioni biologiche, presentano un’attività parziale dal momento che in campo tendono a selezionarsi, dopo diversi anni di impiego, ceppi del batterio resistenti al rame. Il Mancozeb, fungicida organico di sintesi, è invece molto efficace, ma per il suo impatto ambientale presenta sempre maggiori limitazioni di impiego. Ed è proprio alla luce di queste criticità che presso l’Azienda San Martino è stata messa in campo un’intensa attività di ricerca. I risultati sono promettenti perché i prodotti testati sono una valida alternativa al Mancozeb: hanno, infatti, un minor impatto ambientale mantenendo allo stesso tempo un’efficacia accettabile. E rappresentano quindi una possibile soluzione anche nelle coltivazioni biologiche”.

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