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“Mysnack in tour”: le noci dell’Emilia Romagna

In Romagna, la coltivazione della noce è un’antica tradizione, che oggi può avvalersi di nuove cultivar frutto di anni di ricerche. A spiegare la situazione è il Dott. Alessandro Annibali, titolare e amministratore delegato dell’azienda biologica Agricola San Martino e della riminese New Factor. “In Romagna, in ogni casa colonica – spiega Annibali – troneggia un noce, per tradizione segno di prosperità e salute, quasi “simulacro” contro il malocchio e le streghe. Le cultivar piantate in Romagna sono varietà moderne, frutto di anni e anni di ricerca dell’Università della Caliornia, che ha migliorato una varietà francese, la Chandler, in termini di dimensioni, colore del gheriglio (che è bianchissimo) e assottigliandone il guscio, al fine di poter essere sgusciate facilmente senza danneggiare il gheriglio. In assoluto la Chandler è la migliore e più pregiata noce disponibile. Poi abbiamo piantato la Howard, sorella della Chandler, ma con un calibro ancora maggiore e un guscio un po’ più duro; le noci di questa varietà sono più indicate per essere commercializzate in guscio. Infine viene la Lara, noce francese adatta per il consumo fresco, ideale per essere pelata e utilizzata dall’industria casearia come complemento ideale per i famosi formaggi francesi. La noce – ha aggiunto Annibali – è ricca di Omega 3 e 6 e di grassi poli e mono insaturi, gli stessi “grassi buoni” contenuti nell’olio di oliva. E’ uno dei 10 “Super Alimenti”, così come definiti dall’Istituto Mondiale della Sanità, che ne consiglia il consumo di 30 grammi al giorno per abbassare il rischio di infarto e migliorare il colesterolo del sangue”.

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