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Coop: «Un food consultant nel reparto ortofrutta? Affascinante, ma difficile da realizzare»

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«Se sono le organizzazioni a comunicare allora l’idea può essere interessante». Secondo Germano Fabiani, responsabile ortofrutta di Coop Italia, è necessario e utile un “marketing di filiera”.

Un food consultant che sappia informare e consigliare il consumatore nel reparto ortofrutta? L’idea lanciata da Giorgio Santambrogio, presidente di Adm (Associazione della distribuzione moderna) «è teoricamente affascinante, ma nella pratica difficilmente si sostiene ad eccezione di poche superfici ad alta densità demografica, dove si hanno forti flussi di clientela». 

Secondo Germano Fabiani, responsabile reparto ortofrutta di Coop Italia, la figura del consulente, dell’informatore nel reparto ortofrutta rischia di tradursi in uno spreco di risorse se inserita in punti vendita che nell’arco della giornata hanno ore di punta ma anche ore di forte calo di affluenza. 

GermanoFabiani_CoopItalia

Germano Fabiani

L’idea può essere interessante se viene comunque organizzata in modo mirato e «se ci sono organizzazioni di produttori che si propongono come comunicatori, divulgatori – spiega Fabiani -. È quello che io chiamo “marketing di filiera”: anziché filiere corte e filiere brevi, un marketing che va dalla produzione alla distribuzione con produttori che comunicano al cliente finale. Coop ha già alcune iniziative di questo tipo, non con continuità, con organizzazioni di produttori».

In queste settimane Coop sta completando il lavoro di restyling dell’immagine e della grafica dei suoi prodotti ortofrutticoli. Un progetto iniziato un anno fa con gli agrumi e che si conclude in questi giorni con la frutta secca a marchio Coop che si troverà sugli scaffali come Coop Origine.  

«Nei nostri reparti stiamo operando un ulteriore innalzamento qualitativo della proposta di assortimento e puntiamo sulla segmentazione dell’offerta che non significa profondità di assortimento ma prodotto per diverse aspettative e fruizioni: l’ortofrutta di pronto consumo e di pronto utilizzo, prodotti che riducono i tempi di preparazione e riducono anche lo smaltimento dell’umido». 

La segmentazione passa anche attraverso la comunicazione dei valori che la cooperativa veicola, conclude Fabiani, quindi «l’identità della filiera, il progetto Buoni e Giusti in cui Coop si impegna a garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori, in una società sempre più attenta e sensibile».

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