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Teresa Bellanova, al Mipaaf la sindacalista in prima fila contro il caporalato

Teresa Bellanova

Il neo ministro dell’agricoltura è una delle più convinte sostenitrici della legge 199 del 2016. Ex vice ministro dello Sviluppo Economico con Renzi e Gentiloni

Pugliese, sindacalista, ha fatto della lotta al caporalato uno dei sui tratti distintivi. Dopo Gian Marco Centinaio, ministro leghista uscente del primo governo Conte, sarà ora per la terza volta una donna, la senatrice Teresa Bellanova, in quota PD, a presiedere il dicastero dell’agricoltura nel nuovo governo giallo-rosso che si insedierà oggi al Quirinale.

Classe 1958, brindisina di Ceglie Messapica, il neo ministro dell’agricoltura vanta una lunga carriera da sindacalista avendo ricoperto prima il ruolo di coordinatrice regionale delle donne in Federbraccianti e successivamente avendo operato per contrastare il problema del caporalato. Un argomento, quest’ultimo, particolarmente sentito e che l’ha vista convinta sostenitrice della legge 199 del 2016 approvata durante il governo Renzi.

Il suo approdo in politica è datato nel 2005, prima come componente del Consiglio Nazionale dei Democratici di Sinistra e poi nel 2006 con la prima elezione in Parlamento nella lista dell’Ulivo. Il primo importante incarico istituzionale arriva nel 2014 quando è nominata Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali nel governo Renzi e successivamente allo Sviluppo economico. Nel 2016 diventa viceministro dello Sviluppo Economico, incarico che ricopre anche nel successivo governo presieduto da Gentiloni.

“Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare, avanzando proposte e nuove soluzioni per sostenere l’ulteriore sviluppo del settore – è il commento di Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani –. Faremo responsabilmente ciò che ci compete, in rappresentanza degli Agricoltori Italiani, tutelandone gli interessi e sollecitando le Istituzioni ogni volta che sarà necessario”.

Gli auguri per il nuovo incarico anche da parte di Coldiretti che con il suo presidente Ettore Prandini si dice certo di riuscire “a costruire un rapporto di collaborazione e intesa nell’interesse dell’agricoltura italiana e quindi dell’intero Paese”. Prandini sottolinea tra le priorità “la nomina di un rappresentante italiano all’agricoltura nella Commissione guidata da Ursula von der Leyen”, obiettivo considerato “strategico per l’Italia che è il primo Paese dell’Unione per valore aggiunto agricolo ma anche per qualità e sostenibilità delle produzioni”.

Infine, secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura due le grandi urgenze che attendono il neo Ministro: “la riforma della Politica Agricola Comune e il contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Occorre quindi definire al più presto strategie efficaci e varare un progetto di ampio respiro per lo sviluppo e la crescita del settore primario. Come Confagricoltura evidenziamo pertanto l’urgenza di politiche strategiche di medio-lungo termine per rendere l’Italia più competitiva in ambito internazionale, ma auspichiamo anche stabilità e coerenza. Siamo disponibili, come abbiamo fatto finora, a lavorare insieme alle istituzioni per far crescere le nostre imprese e il Made in Italy agroalimentare”.

Fonte foto: profilo FB Teresa Bellanova

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