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Eventi e Fiere

Macfrut, il bilancio degli espositori è positivo

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Autore Redazione

Regione Sardegna: “Trasferta proficua”. Cso Italy: “Un’edizione da ricordare”. Parlapiano: “Esperienza di successo”

Soddisfazione da parte degli espositori per l’ultima edizione di Macfrut. Un risultato favorito anche dal record di presenze che Macfrut 2023 ha fatto registrare quest’anno, con circa 50mila ingressi di operatori specializzati e buyer nei tre giorni di fiera, con una crescita del 29% rispetto al 2022.

Trasferta positiva per l’ortofrutta sarda

Una positiva trasferta quella della Regione Sardegna a Macfrut 2023. E’ quanto emerge dalle valutazioni fra contatti e risultati ottenuti dalle aziende sarde Arborea, Samarigosa, Orto di Eleonora e Villasor, presenti in collettiva allo Stand della Regione in rappresentanza di un comparto, quello ortofrutticolo, che, forte dei circa 15mila ettari coltivati, vale oltre il 20% della produzione agricola isolana, con il Carciofo Spinoso di Sardegna Dop a ricoprire il ruolo di protagonista.  

“La nostra presenza alla manifestazione internazionale Macfrut 2023 con uno stand dedicato, ampio e funzionale per ospitare una significativa rappresentanza delle aziende ortofrutticole del nostro territorio – commenta il commissario dell’Agenzia Laore Sardegna Gerolamo Solinadimostra quanto i prodotti della Regione Sardegna siamo appetibili per il mercato nazionale e internazionale. Prova ne sia la soddisfazione delle aziende partecipanti alla collettiva regionale che, complice il grande e selezionato afflusso di operatori specializzati alla Fiera di Rimini di quest’anno, hanno collezionato visite e contatti con buyer nazionali e internazionali, al di la delle aspettative”.

“La nostra partecipazione di quest’anno – conclude Solina chiude positivamente un cerchio aperto nel 2021 quando la Sardegna fu la regione partner di Macfrut, aprendo strade e contatti che oggi, in questa prima vera esperienza completamente postpandemica, hanno contribuito a centrare questo lusinghiero risultato”.

In proposito l’assessore Valeria Satta, insieme al commissario Solina, esprimono vivo compiacimento per i significativi risultati ottenuti rimarcando che  la soddisfazione degli espositori è un punto d’ orgoglio per l’assessorato e per l’Agenzia Laore Sardegna.

Cso Italy: “Un Macfrut da ricordare”

Un Macfrut da ricordare, quello appena concluso, per Cso Italy e le aziende associate presenti allo stand collettivo. Per Gruppo Mazzoni, Kingfruit (Ceradini Group), European Fruit Group e Fortini Ortofrutticoli, sono stati tre giorni intensi, densi di incontri commerciali, grazie alla presenza dei numerosi buyer italiani ed esteri. I responsabili delle aziende co-espositrici hanno espresso soddisfazione e apprezzamento per il lavoro svolto dalla squadra organizzatrice di Macfrut, che ha reso questa edizione particolarmente brillante ed efficace. Un fermento che si è percepito bene nello stand Cso Italy, che ha attirato molti visitatori ed è stato sempre affollato.

Molto interesse ha suscitato anche il corner dedicato al progetto di promozione europea Made in Nature, finanziato congiuntamente da Cso Italy e Unione europea per promuovere la cultura del biologico in Italia, Francia, Germania e Danimarca. Al corner dedicato i visitatori hanno potuto ricevere informazioni sul progetto, sulle aziende partner e sulle produzioni biologiche italiane.

Macfrut è stata anche l’occasione per gli operatori presenti di partecipare a diversi convegni e seminari, ai quali Cso Italy ha dato un contributo di rilievo. Mercoledì 3 maggio, il presidente Cso Italy, Paolo Bruni, è intervenuto al convegno Coldiretti, parlando delle priorità, a breve e lungo termine, del settore ortofrutticolo, con particolare riferimento a quello delle pere, sintetizzabili in tre fattori: innovazione, ricerca e promozione.

Sempre nella giornata di apertura, il direttore di Cso Italy, Elisa Macchi, ha apportato il suo contributo ad un convegno organizzato da Jingold sul kiwi, con particolare riferimento alle varietà coltivate e alle tendenze future. “L’incontro ha visto una grande partecipazione dei produttori aderenti al Consorzio Jingold, grazie all’ottima organizzazione e ancor di più alla scelta dei contenuti da portare all’attenzione dei propri associati. Ha permesso di delineare come, in un momento che vede diverse criticità nel posizionamento dell’ortofrutta, a dare la spinta necessaria sono la buona gestione produttiva, tecnica e commerciale, oltre alla qualità del prodotto”, ha commentato il direttore Macchi.

Molto interessante, per non dire illuminante, è stato anche il seminario organizzato da Omnibus in collaborazione con Cso Italy e Fruitimprese sulle prospettive offerte ai produttori di ortofrutta italiana dai mercati del Far East, in particolare da Indonesia, Thailandia e Vietnam. Il seminario è stato aperto dal presidente Bruni, che ha ribadito l’importanza dell’impegno di Cso Italy nell’apertura di nuovi mercati. È seguita la relazione del direttore Macchi, che ha portato all’attenzione dei presenti una serie di comparazioni statistiche di interesse: l’import di frutta nel Far East è salito del 73%, dal 2013 al 2021, ma i rapporti bilaterali per il momento permettono all’Italia di esportare solo mele in Thailandia e Vietnam, e qualche prodotto in più in Indonesia (ma con ostacoli importanti dati dall’infinità di analisi di laboratorio e permessi richiesti). Le opportunità in quei Paesi sono però amplissime, occorre lavorare sodo per sfruttarle.

Infine, Cso Italy è stato coinvolto nel convegno di venerdì 5 maggio organizzato da Image Line dal titolo I dati per dare valore all’agroalimentare Made in Italy: le opportunità degli ecoschemi Pac e delle certificazioni Sqnpi, GlobalGap e bio. La relazione di Simona Rubbi, responsabile relazioni Internazionali Cso Italy, è stata dedicata alla certificazione GlobalGap, l’unico standard privato nel tavolo di confronto, del cui gruppo nazionale di lavoro Rubbi è coordinatrice. “Abbiamo messo in luce come i dati siano fondamentali per ottenere le certificazioni e come sia importante aver acquisito in questi vent’anni un metodo di lavoro che oggi potrebbe essere portato a valore per tutte le diverse certificazioni. Nel contesto in cui oggi i produttori si trovano ad operare è fondamentale dare loro strumenti per razionalizzare ed evitare loro inutili duplicazioni e costi aggiuntivi di gestione”, ha affermato Simona Rubbi.

Parlapiano: “Esperienza di successo”

In occasione di Macfrut 2023 l’Arancia di Ribera Dop Parlapiano Sicilia ha incontrato il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, il quale, ha come priorità la promozione di prodotti Dop e Igp e il rafforzamento del made in Italy.

“Ci sono arrivati i complimenti del ministro per aver portato avanti attraverso la commercializzazione dell’Arancia di Ribera Dop di cui Parlapiano Sicilia è leader  – ha dichiarato Paolo Parlapiano responsabile vendite e marketing – L’Arancia di Ribera, prodotto di punta di Parlapiano Sicilia, è infatti l’unica arancia in Italia a fregiarsi del riconoscimento Dop, caso unico e raro negli agrumi”.

Grande successo per la 40esima edizione di Macfrut 2023 per Parlapiano Sicilia che  ha partecipato anche quest’anno come espositore e che registra un’esperienza più che positiva,  che ha visto la diffusa partecipazione di visitatori provenienti da tutto il mondo presso il proprio stand e si conferma un’occasione di incontro unica.

L’Arancia di Ribera Dop, a polpa bionda, facile da sbucciare, dolce e piacevolmente croccante grazie al perfetto equilibrio tra la parte morbida e fibrosa, si presta a essere consumata sia come frutta fresca, che spremuta, grazie alla sua elevata succosità, costituisce la fonte principale di vitamina C, antiossidante naturale che contribuisce al potenziamento del sistema immunitario.

E’ indicata nelle preparazioni gastronomiche, dall’antipasto al dessert, in quanto la buccia non subisce nessun trattamento post-raccolta ed è pertanto edibile, viene soltanto lavata con acqua potabile e asciugata prima del confezionamento.

Tra le sue caratteristiche distintive, spicca sicuramente la consistenza della polpa, tale che le vescicole di succo si dissolvono in bocca non lasciando residui membranosi, per cui quando la si mangia si ha quasi la sensazione di berla.

Si produce nella zona di Ribera fin dal 1930, grazie al clima ideale, all’ottima qualità delle acque irrigue e dei terreni, nonchè alla sapiente opera degli agricoltori che impiegano tecniche colturali tramandate da padre in figlio.

Fonte: Cso Italy – Regione Sardegna – Parlapiano

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