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Eventi e Fiere

Agroalimentare, futuro in salita?

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Autore Redazione

Al sesto forum Food & Beverage il settore si è confrontato sulle sfide e le opportunità del futuro

Le analisi dell’impatto economico dello scenario di crisi attuale sul settore agroalimentare hanno tenuto banco al forum La Roadmap del futuro per il Food&Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni, organizzato da The European House – Ambrosetti e andato in scena nei due giorni del 17 e 18 giugno a Bormio.

Un evento al quale hanno preso parte stakeholder di aziende alimentari, ma anche esponenti politici, nutrizionisti, esperti di marketing e dello sport che si è dimostrato vincente nella formula phygital, come dimostrano i numeri dei partecipanti, circa 250 tra i presenti in sala e quelli collegati da remoto. 

Crollo dei consumi

In luce le pesanti ricadute sui consumi e sulle famiglie italiane. A fronte di una riduzione generalizzata della spesa media mensile delle famiglie nell’ultimo decennio (-1,1% medio annuo su tutte le categorie di spesa), l’incidenza della spesa alimentare è cresciuta di +2,9 punti percentuali nel periodo, risultando la voce che aumenta maggiormente la propria incidenza sul totale della spesa delle famiglie, insieme a quella per l’abitazione e le bollette. Queste due voci sono destinate a incrementare notevolmente la propria incidenza sul totale anche nel biennio 2021-2022, essendo le categorie maggiormente impattate dalla crisi inflattiva.

Sale il costo del paniere medio

Il paper evidenzia come l’attuale inflazione energetica e alimentare stia colpendo le fasce più povere della popolazione. Il costo del paniere medio per le famiglie appartenenti  al quintile  di  reddito più  basso ha subìto un’impennata dell’8,0%  da marzo 2021 a marzo 2022, mentre l’impatto inflattivo per le famiglie nel quintile  più alto si attesta a +4,7 per cento.

Uno scenario dovuto a fattori esogeni che legittima le previsioni di un’inflazione su base annua superiore al 10%, che impatterà in modo asimmetrico sui consumatori e sugli operatori del retail.

Le imprese della grande distribuzione sono chiamate a risposte efficaci, in grado di far fronte a una situazione che rischia di diventare strutturale nel medio periodo, per andare incontro alle esigenze delle famiglie calmierando i prezzi. Evidenze molto preoccupanti anche per la filiera produttiva: il paper analizza le principali criticità di un settore senza dubbio florido, ma che ad esempio è cresciuto meno di altri (pur riportando una progressione del 6,2%, è al terz’ultimo posto per crescita tra le filiere), è solo al quinto posto in Ue per valore dell’export  e al penultimo posto nel cluster dei top dieci exporter per incidenza delle esportazioni agroalimentari sul fatturato, pari al 22,5. È proprio su queste performance non esaltanti verso l’export che il comparto può avere i maggiori margini di sviluppo. Sono sei le direttrici lungo cui filiera e politica possono muovere assieme, un vero e proprio programma di lavoro congiunto riassunto nella grafica. 

Lotta alle contraffazioni

Spazi di export importanti possono venire dalla lotta all’italian soundingil fenomeno preoccupante (e dilagante) dei prodotti alimentari che suonano come italiani e non lo sono – che sottrae al nostro export un valore, per la prima volta stimato con un algoritmo matematico, di circa 80 miliardi. Le 84 camere di commercio estere riunite in collegamento da Roma al Forum di Bormio, coordinate dal presidente di Assocamerestero, Gian Domenico Auricchio, sono già impegnate in prima linea nel contrastare questo fenomeno.

Lavorare sul consumatore straniero

In ottica propositiva, The European House – Ambrosetti e Assocamerestero, alla luce delle evidenze della ricerca congiunta sul tema italian sounding, hanno indicato agli stakeholder italiani della filiera agroalimentare possibili strumenti e azioni per cercare di superare questa criticità o quanto meno ridurne l’impatto. 

In sintesi, si tratta di favorire la consapevolezza del consumatore straniero verso le valenze distintive del made in Italy agroalimentare, prevedere agevolazioni fiscali con nuovi accordi di libero scambio Ue-Paesi internazionali e accordi bilaterali più favorevoli per le imprese agroalimentari, combattere la comunicazione ingannevole, strutturare una rete comune di attori istituzionali all’estero, favorire il consolidamento delle imprese F&B italiane, attraverso reti d’imprese del settore, sfruttare gli ambasciatori del made in Italy presenti all’estero, dare impulso alla tracciabilità sfruttando la tecnologia di blockchain e smart labeling e, in generale, contribuire a dare supporto tecnologico alle Pmi italiane del F&B.

Rimanendo in tema di export, l’appuntamento di Bormio ha offerto anche l’occasione per scoprire le potenziali opportunità di nuovi mercati dove il Made in Italy è presente solo in modo parziale e che, quindi, presenterebbero interessanti margini di crescita e business. Il focus, in questo caso, è stato posto sulle Filippine, tra i paesi dell’area Asean attualmente in forte sviluppo economico.

Fonte: Forum Food & Beverage

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