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Frutta secca, aziende e distribuzione a confronto

Cosa ne pensano il mondo della grande distribuzione e quello dell’imprenditoria riguardo al progetto di valorizzazione della frutta secca che ormai dal 2007 Nucis sta portando avanti? E cosa stanno facendo da parte loro? Al già citato convegno che la fiera bolognese Marca ha dedicato alla frutta secca, sono stati diversi gli interventi a riguardo.

Nadia Caraffi di Coop Centrale Adriatica ha detto: “Come Coop Centrale Adriatica abbiamo sempre creduto e innovato nella frutta secca, al punto da riorganizzare il comparto nella sua gestione anche logistica, con una risorsa professionale dedicata. Nel corso degli ultimi 5 anni, questa scelta ha portato ad aumentare i volumi di vendita del 20%, con le noci che sono arrivate addirittura al + 30%. E’ stato premiato il nostro impegno. La proposta di Nucis non solo va nella direzione che stavamo percorrendo, ma mi auguro che il mondo dell’ortofrutta assuma la vicenda della frutta secca come case history”.

Gregorio Martelli di Magazzini Gabrielli ha rilevato: “Noi abbiamo sviluppato in maniera specifica il settore della frutta secca negli ultimi 3 anni, che nell’intero reparto ortofrutta ha per noi un’incidenza del 6,27%, con netta predominanza per quanto ci riguarda della frutta in guscio. Le nostre referenze principali sono infatti noci e mandorle. Da sole le noci rappresentano il 49% dell’intero comparto della frutta secca. Nel 2013, rispetto al 2012, siamo cresciuti a valore dal 21,83 al 23%. Abbiamo inoltre sposato con risultati positivi il progetto Eurocompany della frutta secca a prezzo fisso di 0,99 euro”.

Claudio Gamberini di Conad ha spiegato: “Questo è un settore che in passato è stato lasciato un po’ andare. Nel periodo estivo si accantonava, anche perché l’assortimento era troppo pesante. Poi abbiamo messo a punto l’assortimento, vi abbiamo investito e tutti gli anni abbiamo aumentato le vendite. I risultati sono stati eccellenti e già abbiamo messo a punto iniziative per destagionalizzare la frutta secca. Abbiamo chiesto anche a Nucis di fornirci materiale per mantenere la frutta secca sul punto vendita durante tutto l’anno. Ora, la frutta secca è una delle poche categorie che va in controtendenza”.

Sul fronte delle imprese, Carlo Mangini di Noberasco ha detto: “La nostra azienda ha avviato il progetto del biologico già nel 2000, poi siamo arrivati al progetto “I pilastri del benessere”, individuando cioè dei nuovi spazi, all’interno dei centri commerciali, in cui potere fare promozione dei nostri prodotti. Questi nuovi spazi sono stati appunto alcuni pilastri all’interno dei centri commerciali, che spesso non venivano affatto utilizzati. Da qui a fine 2014, saranno valorizzati pilastri in circa 1800 punti vendita. L’anno scorso, inoltre, abbiamo lanciato la gamma “Fruttime” (cubetti al 100% di frutta essiccata al naturale), per avvicinarci ai giovani e per dare una risposta ai prodotti d’impulso, che si solito hanno poco a che fare con il benessere. Un’insegna importante della grande distribuzione ha peraltro deciso di testare questo prodotto in avancassa, con un riscontro positivo”.

Giovanni Calvini di Madi Ventura ha rilevato: “Negli ultimi anni si parla di un aumento dei consumi della frutta secca anche a causa della crisi economica. Proprio per la crisi, infatti, molte famiglie sono tornate a consumare a casa. Per quanto ci riguarda, dal 2010, in collaborazione con la scuola di cucina Alma di Gualtiero Marchesi, lavoriamo per mettere a punto la linea BBmix (linea che comprende tre mix di frutta secca) e, con l’ausilio di un’agenzia, abbiamo concepito un’operazione che creasse un consenso sui valori del nostro marchio di alta qualità. In altri termini, abbiamo ritenuto naturale sposare il nome di Madi Ventura con quello di chef di altissimo livello (circa una trentina di chef stellati Michelin), che in novembre e dicembre propongano un piatto con i prodotti Madi Ventura. In tale contesto ritengo quindi che il progetto di Nucis sia importante, anche per la sua autorevolezza, e possa creare una forte sinergia”.

Alessandro Annibali di New Factor (azienda riminese specializzata nella lavorazione di frutta secca) ha infine ricordato: “Noi oggi come New Factor possiamo contare su una produzione di 200 ettari coltivati a noce, di cui 40 ettari di proprietà. Le varietà che produciamo sono Chandler e Lara, la prima perché è considerata un po’ la “regina” tra le noci, con resa molto elevata e gheriglio sottile, l’altra per il grande calibro che sa garantire. Per i prossimi 5 anni, contiamo di estendere la produzione per altri 150 ettari. Del resto, la produzione mondiale di noci è in costante crescita perché la domanda sta fortemente aumentando. L’Italia ne importa 38.000 tonnellate, quindi c’è ancora un ampio margine di crescita per la produzione interna. Contestualmente, si crea con operazioni come queste un reddito soddisfacente per gli agricoltori, si soddisfa la domanda del consumatore che cerca sempre più prodotti legati al territorio e si offre al trade un prodotto “alto vendente”.

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