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Coworking Bestack

Crisi ortofrutta, una mano dall’Intelligenza artificiale?

Ecco come le diagnosi hi-tech potrebbero interpretare al meglio i comportamenti d’acquisto e orientare le strategie di vendita

Nuova settimana, nuova analisi (provocazione e stimolo) di Lucia Pellegrini, project manager di Bestack, che dalle pagine della newsletter settimanale del Consorzio, rompe gli schemi e propone nuovi punti di vista per il settore. Così, in un momento storico nel quale tutti parlano di Intelligenza artificiale, Lucia ha pensato di mettere letteralmente alla prova alcuni strumenti e, alla fine, ne è uscita una visione interessante, e innovativa, delle criticità e dei motivi che – in parte – contribuiscono al declino dei consumi di frutta e verdura.

Per il suo esperimento, Lucia Pellgrini ha utilizzato Chat Gtp, un modello di linguaggio di grandi dimensioni addestrato da OpenAI e progettato per rispondere a domande e fornire informazioni su un’ampia scelta di argomenti. L’AI è stato infatti sviluppato su un archivio di dati (il cosiddetto Internet Archive Books, contenente libri, riviste e altri documenti scritti) digitalizzato e reso disponibile online, ma anche siti web affidabili, enciclopedie online, articoli accademici e rapporti di ricerca. Un bagaglio di conoscenze decisamente vasto, dunque.

Una chiacchierata con Chat Gtp

Con Chat Gtp è proprio come se si stesse parlando in chat con una persona, facendo domande per le quali sono generate risposte. La prima domanda posta da Lucia Pellegrini è stata: “Chat Gtp, mi sapresti dire perché in Italia si consuma sempre meno frutta e verdura?”.

Ed ecco la risposta dell’Intelligenza Artificiale: “Ci sono diverse ragioni per cui si consuma sempre meno frutta e verdura in Italia. Tra queste, i prezzi elevati. A volte frutta e verdura possono essere più costose rispetto ad altri alimenti, il che può rendere difficile per alcune famiglie acquistarle regolarmente. Anche la disponibilità di frutta e verdura fresche e di qualità può essere una discriminante, quando è limitata in alcune aree, specialmente nei centri urbani. Ma anche la mancanza di educazione alimentare e la scarsa conoscenza sui benefici corretti di frutta e verdura nella dieta può portare a una minore inclinazione a mangiarle. Per non parlare degli stili di vita sempre più frenetici che portano a scegliere cibi pronti e poco salutari, dello scarso interesse per la cucina e la preparazione di piatti sani e della preoccupazione per la qualità. C’è, infatti, una preoccupazione crescente per gli standard qualitativi dei prodotti alimentari, inclusa l’ortofrutta, soprattutto per la presenza di residui di fitofarmaci e di altre sostanze chimiche nei prodotti. Infine, la pubblicità e l’influenza culturale possono avere un impatto significativo sulle scelte alimentari, spingendo le persone a preferire cibi poco salutari o elaborati rispetto a frutta e verdura fresche“.

Il sentiment del web

“Tuttavia – ha aggiunto l’IA – in Italia sono in corso anche molte iniziative per aumentare il consumo di frutta e verdura, tra cui programmi di educazione alimentare, campagne di sensibilizzazione e altri progetti per rendere frutta e verdura più accessibili e convenienti”.

Non siamo di fronte a verità assolute, ma certo è questo il sentiment del web, quello che il pubblico pensa sull’argomento. “Insomma, non è un’indagine di mercato, ma potrebbe andarci molto vicino”, spiega Lucia Pellegrini che conclude: “Ho posto anche altri interrogativi utilizzando la funzione Regenerate response per avere più risposte alla mia domanda. E, curiosamente, il fattore prezzo era sempre in testa alla classifica”. Meditate, gente, meditate.

In collaborazione con Bestack

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