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Gli alimenti biologici sono davvero migliori dei convenzionali?

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Una indagine bibliografica a livello internazionale mette in dubbio la superiorità dei prodotti vegetali di origine bio

E’ stato recentemento pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry uno studio, frutto di un’indagine bibliografica internazionale, secondo il quale i prodotti biologici non sono migliori di quelli convenzionali. L’agricoltura biologica, dicono gli autori, si differenzia da quella convenzionale per: un uso prevalente di pesticidi naturali; maggiori rischi di sicurezza alimentare per il difficile controllo delle aflatossine/contaminazione batterica; riduzione delle rese; maggiore rischio di perdita di prodotto in post raccolta e prezzi più elevati. I prodotti biologici, poi, non si differenzierebbero da quelli convenzionali per una maggiore qualità sensoriale.

“I prodotti biologici sono ritenuti alimenti più nutrienti e più sicuri rispetto alle alternative convenzionali, con il conseguente aumento della richiesta e del loro prezzo. Ma siamo sicuri siano veramente migliori?”. E’ questa la domanda alla base della ricerca condotta dal team internazionale di studiosi delle Università delle Marche, King Abdulaziz University (Arabia Saudita), Università Politecnica delle Marche, Universidad San Francisco de Quito (Ecuador), University of Granada, University of Vigo e Universidad Europea del Atlantico di Santander (Spagna), Jiangsu University (Zhenjiang, Cina).

Manca la “prova provata”

Negli ambienti accademici c’è molto dibattito su questi temi, perché non esisterebbe una chiara evidenza scientifica della differenza sull’impatto ambientale e sulla qualità nutrizionale, la sicurezza e gli effetti sulla salute tra alimenti convenzionali e biologici.

Pertanto, il lavoro recentemente pubblicato mira a descrivere e aggiornare i dati più rilevanti sugli alimenti biologici, descrivendo l’impatto di questa pratica sull’ambiente, i produttori, i consumatori e la società, e confrontando anche la qualità fisico-chimica, nutrizionale e fitochimica degli alimenti vegetali convenzionali e biologici.

Centinaia di studi a disposizione

È stata innanzittutto realizzata una rassegna completa, utilizzando alcuni database elettronici (Medline, Scopus, Google Scholar, Web of Science) con un elenco di parole chiave ad hoc. Sono stati trovati centinaia di studi: i riferimenti sono stati selezionati in base alla loro rilevanza nella pubblicazione, e la loro più alta rappresentatività di alimenti a base vegetale possibile. Tutti i testi sono stati pubblicati in inglese dal 2001 al 2021. E’ stato scelto questo lasso di tempo perché rappresenta il periodo più attivo delle sperimentazioni in agricoltura biologica.

In quest’ottica è utile ricordare che l’agricoltura biologica è stata ufficialmente regolamentata dall’Unione europea nel 1991 (nel 1999 gli allevamenti bio). Di conseguenza, molti studi rilevanti sul biologico sono stati condotti all’inizio degli anni 2000, e per questo motivo sono inclusi in questo studio.

Le evidenze scientifiche

La valutazione degli effetti dell’applicazione dell’agricoltura biologica invece dell’agricoltura convenzionale è un processo difficile da applicare, sia in termini di qualità del cibo sia di sostenibilità ambientale.
In questa revisione, gli autori hanno confrontato l’agricoltura biologica con quella convenzionale proprio perché ci sono molti studi in letteratura che confrontano i due metodi di agricoltura, considerati in alternativa una dell’altra.

Come anticipato, il consumatore sceglie il prodotto biologico per una serie di motivi, principalmente legati alla maggiore salubrità del prodotto (più composti nutrizionali, meno pesticidi e antibiotici), ma anche all’effetto sull’ambiente, al benessere degli animali e alla giusta remunerazione degli agricoltori. Allo stesso tempo, però, questi numerosi benefici attribuiti all’agricoltura biologica non sono al 100% provati scientificamente.

I prodotti biologici non sono meno contaminati da metalli pesanti, micotossine e batteri rispetto ai prodotti convenzionali, anzi, l’agricoltura biologica presenta meno strumenti per contrastare la presenza di micotossine e batteri nei suoi prodotti, e questo potrebbe essere una ulteriore preoccupazione per il consumatore.

L’evidenza scientifica di alimenti biologici più sicuri, nutrienti e più sani degli alimenti biologici non è convincente. In questo lavoro i ricercatori hanno, infatti, evidenziato come la qualità nutrizionale di frutta e verdura sia influenzata da diversi altri parametri, tra cui le condizioni condizioni climatiche, la concimazione delle colture o il background genetico delle piante.

Il premio concesso ai prodotti biologici è certamente una ricompensa che riconosce l’attento lavoro degli agricoltori che seguono tali pratiche, ma allo stesso tempo rappresenta un ostacolo per tutte quelle persone (e non sono poche) che non possono permettersi di sostenere costi elevati per l’acquisto di cibo. E che, quindi, non avranno accesso a questo tipo di prodotti.

Anche la sostenibilità ambientale delle produzioni biologiche è messa in discussione: se da un lato le pratiche dell’agricoltura biologica sono più attente alla riduzione degli input sintetici, dall’altro hanno rese produttive drasticamente più basse rispetto all’agricoltura convenzionale; di conseguenza, l’adozione massiccia di tecniche di agricoltura biologica, allo stato attuale, comporterebbe la necessità di grandi superfici per soddisfare la domanda globale di cibo, con un conseguente maggiore impatto sull’ambiente rispetto alla più efficiente agricoltura convenzionale.

Concludendo

Gli autori suggeriscono che la ricerca transdisciplinare avrebbe un un ruolo importante per una migliore comprensione delle complessità dell’approccio ecologico tipico dell’agricoltura biologica. Sicuramente, nei prossimi anni è auspicabile un maggiore trasferimento di conoscenze dall’agricoltura convenzionale a quella biologica e viceversa. Inoltre, gli effetti dei sistemi agricoli sulle caratteristiche fisico-chimiche, la qualità nutrizionale e la sicurezza di frutta e verdura richiedono studi più approfonditi per comprendere il ruolo dei determinanti molecolari e fisiologici, gli stress biotici e abiotici e il metabolismo secondario che possono influenzare la qualità degli alimenti di orgine vegetale.

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