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Dalle aziende Prodotti

Apofruit: ai blocchi di partenza le uve senza semi

Produzione stimata in 100mila quintali, il 30% in biologico e il 50% di varietà rosse

Senza semi e colorata. Questa la tendenza di mercato delle uve prodotte da Apofruit in Puglia in partnership con Op Terra di Bari. La campagna è appena iniziata e le stime sono positive nonostante la siccità, l’inflazione e le tensioni geopolitiche internazionali.

La campagna è iniziata da due settimane

Sull’andamento e le prime stime della campagna 2022 myfruit.it ha parlato con Marcello Guidi, responsabile mercato estero del gruppo. “Abbiamo iniziato due settimane fa con l’uva rossa e bianca, i mercati di riferimento sono quelli europei, ma sono già programmate le spedizioni oltremare. Questo fine settimana partono i primi container direzione Emirati Arabi“.

La stagione delle uve è iniziata bene: “Si entrerà nel vivo nei prossimi 10/15 giorni con la piena produzione delle uve bianche a iniziare dalla Timpson, varietà dall’elevato grado zuccherino, e la nera Midnight Beauty“. Nonostante i problemi climatici sofferti in tutto il Paese, “siamo in regola con il calendario produttivo. Le aziende stanno irrigando regolarmente e per fortuna – sottolinea Guidi – in Puglia l’acqua c’è”. Merito degli invasi.

Una produzione da 100mila quintali

I chicchi bianchi, rossi e neri delle varietà seedless contribuiscono a una produzione annua stimata in 100mila quintali di prodotto di cui il 30% biologico e una piccola quota biodinamica commercializzata con il marchio Verdèa. I mercati di sbocco sono quelli dei Paesi europei e l’oltremare. Sta crescendo anche la quota nazionale dove si riscontra una maggiore l’attenzione verso le uve senza semi.

Le vendite vanno bene, ma si soffrono le problematiche economiche di sistema: “Come tutti abbiamo subito il rialzo dei fattori di produzione che – spiega Guidi – dalla campagna ai magazzini, dal packaging ai trasporti hanno comportato dei costi aggiuntivi. Nelle prime due settimane siamo riusciti a recuperali, ma ora la situazione è più difficile”. La sfida fondamentale di questa campagna: “Trovare il punto di equilibrio tra il recupero di almeno una parte dei rincari e le esigenze dei clienti per mantenere un tasso adeguato di consumo. Non è facile, come ci raccontano i dati di consumo si consolida  la ricerca delle offerte promozionali”.

Resiste la bianca ma cresce l’attenzione per le uve colorate

Ai consumatori piace il colore. “Apofruit ha investito sul pacchetto pluricolore con l’uva rossa, bianca e nera. La prima vale il 50% della produzione, la nera il 10% e la bianca la restante quota. Questi dati denotano i trend dei consumi. In Inghilterra preferiscono la rossa già da anni, gli Emirati Arabi stanno sviluppando l’attenzione al colore e ci chiedono container sempre più con varietà nera e rossa. Cresce anche la domanda di confezioni mix che permettono al consumatore di avere l’uva bianca e rossa in unico cestino. Paesi come l’Italia o la Francia sono più interessanti alle uve bianche – spiega il manager Apofruit – e di queste abbiamo ottime varietà”. Sono la Autumn Crisp, la Ivory e la Timpson.

Un ricco pacchetto varietale

L’offerta varietale di Apofruit è ricca: “Il nostro pacchetto è adeguato grazie alle caratteristiche di croccantezza, gradi Brix e  acinatura gradite dai consumatori”. Quali varietà si prediligono? “Autumn Crisp che si presta alle linee premium, viene molto apprezzata e stanno entrando nuovi ettari in produzione. Bene le rosse medio tardive, da fine agosto fino a novembre, con le varietà Alison, Scarlotta, Timco. Tutte di valore come la nera Midnight Beauty“. Una cinquina di successo.

Allungare le settimane di commercializzazione

Apofruit punta a questo obiettivo. “Ci stiamo lavorando sia con la conservazione, sia con le varietà perché nel periodo tardivo c’è interesse da parte del mercato. In questo modo – sottolinea il manager – andiamo a sottrarre quote al prodotto di importazione. Già da novembre e poi dicembre arriva prodotto brasiliano, se riusciamo a recuperare settimane con il nostro prodotto è tanto di guadagnato anche in termini di sostenibilità”.

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