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Aziende

Nunhems passa a BASF, ma con 102 anni di esperienza

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“Si cambia, ma attenzione siamo sempre noi”. Al FICO di Bologna Nunhems racconta il cambio di proprietà e le sue eccellenze attraverso quattro case history di successo

Si cambia, ma attenzione, siamo sempre noi. Quelli dei semi che valorizzano il vostro lavoro sui campi, quelli che portano valore nella vostra azienda. Siamo Nunhems da 102 anni. Questo il messaggio lanciato dall’azienda sementiera in occasione della seconda edizione del Business Event For Experts che si è svolto mercoledì 19 settembre al FICO di Bologna e dove si è rinnovata l’intesa con i clienti. Anzi con quattro “partner” che hanno presentato altrettanti progetti di successo.

Nunhems_BEFE2018_2Il cambio societario di Nunhems non modifica, quindi, il suo Dna. Quel capitale di conoscenze maturato dal 1916 è cresciuto nel tempo e la mission non cambia: creare valore al lavoro ortofrutticolo. Nella seconda edizione di Business Event for Experts Josè Antonio Salinas, Reyes Country Head di Nunhems Italy, ha sottolineato l’importanza di entrare in un gruppo prestigioso e forte come BASF, ha acquisito l’azienda di Sant’Agata Bolognese da Bayer, ma sul mercato italiano resterà con il proprio marchio. L’operazione porterà la divisione Agricultural Solutions di BASF al raddoppio dei dipendenti in Italia – da 100 a 200 – mentre nel mondo si passa da 8.000 a 12.000. Parliamo solo del settore agro. “Siamo sempre noi” ha sottolineato Antonio Salinas “siamo i vostri fornitori di semi, ma vi supportiamo anche nell’avvicinare il cliente finale”.

Una vera comunità come si è visto nell’incontro dove si è offerta formazione con l’intervento del professor Enzo Baglieri, Professor of Operations & Technology della SDA Bocconi e quello di Veronica Iannarella, Marketing Manager Vegetali di Granarolo. Il primo ha scosso i presenti con i dati sull’evoluzione del settore agricolo che perde sempre più terreno rispetto all’industria e soprattutto ai servizi. Numeri che hanno portato il docente a indicare una nuova strada ai clienti e quindi agli imprenditori dell’ortofrutta italiana riuniti a FICO. “Non pensate più al prezzo, la qualità non è più sufficiente, integrate il prodotto al servizio“. E poi non aver paura di cambiare come hanno fatto alla Granarolo dove non in anni, ma in pochi mesi, il gruppo nazionale più grande del latte ha creato una filiera da ben 29 milioni di euro dai succhi vegetali dove non aveva nessuna esperienza. Una risposta di successo al crollo dei consumi del latte.

Lezioni molto interessanti, ma Nunhems è soprattutto il lavoro a fianco degli imprenditori, saliti sul palco della manifestazione per raccontare il valore generato dall’incontro con i ricercatori di Sant’Agata Bolognese. A iniziare da Bruno Francescon dell’omonima azienda che ha illustrato i passaggi “dall’insoddisfazione della coltivazione dell’anguria tradizionale” alla vittoria sul mercato con l’anguria Perla Nera: “La Gdo non non aveva angurie senza semi e se le aveva non lo sapeva. Si puntava solo alla riduzione del prezzo, noi abbiamo innovato con Nunhems e ottenuto ottimi risultati: dai 20 ettari del 2010 ai 200 di oggi”. Un grande traguardo per la famiglia Francescon conosciuta per i meloni e che oggi ha conquistato anche il mercato delle angurie.

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Poi ha preso il microfono Claudio Bartolini di Apofruit e ha fatto conoscere il nascente consorzio Violì che vede unite tre aziende – Apofruit, Cericola e La Mongolfiera dei fratelli Giardina – nella missione di elevare valore e qualità i carciofi italiani. Sono 200 ettari di terreno dedicati all’eccellenza in un processo aggregativo che unisce Sicilia, Puglia ed Emilia-Romagna. restando ancora sul “frutto spinoso”, un altro tassello è stato aggiunto da Massimo Siboni di Orogel, il più grande produttore di verdura surgelata che ha parlato ancora di carciofi: “Siamo partiti nel 2010 e siamo riusciti a mettere a punto un metodo di produzione idoneo. Ci ha permesso di passare da 20 a 600 ettari, nel 2012 eravamo a 900 tonnellate oggi sono ben 2200″. Un altro successo, come quello raccontato ancora da Domenico Ranieri del Consorzio siciliano Mundial – 8 imprese per 800 ettari – dedicato questa volta al melone: “Si è migliorata profondamente la qualità del prodotto. Abbiamo lavorato molto per avere un frutto di eccellenza, si è insistito sui controlli assidui per l’ aderenza al disciplinare“. Storie vere e di successo, generate dai semi di Nunhems.

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