L’Italia è primo fornitore di frutta e verdura fresca in Germania con poco più di 380mila tonnellate. È quanto emerge in una serie di informative dell’Ice Berlino nelle quali viene tracciato il profilo generale del mondo ortofrutticolo tedesco, a partire dai dati relativi a import ed export. L’Italia precede sia la Spagna che la Francia: la Germania, nel complesso, nel 2016, ha importato frutta e verdura per un totale di 2 milioni di frutta fresca e 4 milioni di verdure. Per quanto riguarda, invece, le esportazioni, la Germania annualmente esporta frutta fresca per un volume totale medio di circa 200.000 tonnellate e verdura per un volume complessivo di 378.400 t (dati relativi al 2015).
Consumi, le preferite mele e banane
Nel 2015 in Germania il consumo pro-capite di frutta è stato di 63,9 kg e per quanto riguarda la verdura di 93,5 kg. Il frutto preferito dai tedeschi sono le mele (23,5kg), poi le banane (12kg) e l’uva da tavola (5,2 kg). Per quanto riguarda la verdura, invece, pomodori (24,8 kg), carote (8,6kg), cipolle (8,3kg) e cetrioli (6,8kg). Sul fronte prezzi al consumatore l’anno scorso è stato un anno decisamente segnato dall’aumento con, rispettivamente, una crescita del 3,6% e del 3,7% rispetto ai valori registrati nel 2015.
Produzione, frutta e verdura bio arrivano al 7%
Nel 2016 la Germania ha prodotto frutta per 1,3 milioni di tonnellate, “riconfermando il volume registrato nel 2015”. In cima troviamo le mele, (1 milione di tonnellate), poi prugne, fragole e in misura più contenuta, pere, ciliegie, amarene e prugne mirabelle. Sono, invece, 3,2 milioni di tonnellate gli ortaggi coltivati all’aperto: “tra le principali tipologie troviamo carote (641.000 tons), cipolle (522.000 tons) e cavolo bianco (430.000 tons). La produzione biologica dei frutta e verdura vale circa il 7% del totale con una superficie dedicata alla frutta biologica pari a 9.468 ettari, mentre la superficie destinata alla coltivazione di verdura arriva a 12.400 ettari.
Sarebbe interessante sapere più dettagli del rapporto ICE Berlino perché l’Italia esporta in generale pochissimi agrumi, poca frutta secca, non molta verdura ma parecchia frutta fresca. In quest’ultima categoria non ha però rivali nel campo di mele e kiwi ma sta perdendo posizioni nei comparti uva e pere.