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Op Rosaria, Pannitteri: «La siccità ci ha messo a dura prova, ma eravamo preparati»

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C’è ottimismo, nonostante quattro mesi senza pioggia. È ancora presto per la raccolta delle famose arance rosse della Piana di Catania, ma è comunque possibile fare un punto della situazione con un protagonista della denominazione come Aurelio Pannitteri

Dicembre è lontano, ma non lontanissimo, e quindi c’è ancora tempo per la raccolta delle famose arance rosse della Piana di Catania, un prodotto unico al mondo per via del suo sapore e della sua pigmentazione. Ma già ora, più che qualche stima, è possibile fare il punto della situazione dopo la difficilissima ultima stagione: «La scorsa campagna è stata molto difficile, abbiamo avuto poco prodotto e sicuramente la situazione non può che migliorare quest’anno» ci spiega un punto di riferimento per il settore, vale a dire Aurelio Pannitteri, titolare dell’omonima azienda e deus ex machina di OP Rosaria, organizzazione che aggrega 18 soci che coltivano in totale 1200 ettari di agrumeti e fautore di un brand, Rosaria, molto noto al grande pubblico.

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Aurelio Pannitteri

La futura campagna, che inizierà tra poco meno di tre mesi, si prospetta, quindi, quanto meno normale. “Anche se quest’anno la siccità ha messo a dura prova i produttori, la nostra organizzazione riesce ad essere autonoma avendo risorse idriche proprie – continua Pannitteri -. L’acqua è vita, in assenza di precipitazioni siamo costretti a irrigare. Se non ci fossimo organizzati per tempo avremmo avuto grandi problemi e, invece, grazie alla lungimiranza dei nostri produttori, possiamo sicuramente essere ottimisti”.

Dopo 4 mesi di siccità, al momento, la situazione pare essere sotto controllo. «Se il precoce può aver sofferto per un mix di temperature troppo elevate e siccità, sul tardivo siamo in tempo per recuperare e speriamo che il meteo da qui in avanti ci aiuti. Possiamo irrigare, ma ovviamente i costi crescono. L’Arancia Rossa per generare la pigmentazione che la caratterizza ha bisogno di una buona escursione termica, speriamo che dopo l’8 dicembre le condizioni climatiche possano favorire questo processo”.

OP Rosaria opera principalmente in Italia, ma l’estero, sebbene rappresenti solo il 10% per il prodotto fresco, è in crescita ed è un’opportunità da cogliere secondo Pannitteri: “Per esportare bisogna trovare i partner giusti, che sappiano apprezzare un prodotto unico come il nostro. Non ci sono competitor che possano offrire un arancia rossa con le caratteristiche della nostra IGP.  Il consumatore oggi percepisce il valore dell’IGP, è informato e se non lo è lo informiamo noi attraverso le campagne in-store; stare a contatto con i consumatori, spiegargli il prodotto, invitarli all’assaggio è una delle azioni più efficaci per conquistarne il palato”.

Sul fronte dei prezzi al consumatore, Pannitteri conferma la presenza di una tendenza a voler pagare qualcosa in più pur di avere un prodotto di qualità, magari comprando quantità inferiori. “La politica di marchio è importante, abbiamo creato Rosaria per dare un’identità alle nostre Arance Rosse, identità che parla di prodotto e di territorio, dell’amore con cui i produttori curano le terre alle pendici dell’Etna e delle qualità uniche che possiamo garantire ai consumatori”.

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