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Aglio, prezzi alle stelle in Cina e bolla speculativa

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Autore Redazione

Poco prodotto e grandi speculazioni. Il risultato? Prezzi raddoppiati per l’aglio cinese e conseguente calo dell’export. Ne parla il Financial Times

“Sono appena tornato dalla Cina e non è possibile comprare aglio in questo momento. Grandi speculatori ne hanno comprate grandi quantità”. E certamente non lo vendono a prezzo agevolato, anzi, cercano di specularci il più possibile.

A parlare è Joey Dean della Denimpex, commerciante di frutta e verdura di Amsterdam, che al Financial Times illustra quello che sta succedendo al mercato dell’aglio in Cina, primo produttore mondiale, nonché primo esportatore di questo famosissimo bulbo amato e consumato in tutto il mondo.

I prezzi dell’aglio nell’utimo anno sono quasi raddoppiati. Il motivo è da rintracciare da una parte nel cattivo tempo che ha cominciato a far scarseggiare il prodotto già a fine 2015 in Cina – soprattutto nella provincia dove è più coltivato, vale a dire nello Shandong – e ha poi compromesso anche il successivo raccolto di quest’anno. A questo punto sono partite, secondo quanto racconta e documenta il Financial Times, le speculazioni, con l’acquisto di grandi quantità di prodotto da parte di chi ha deciso di lucrare sul prezzo di vendita.

La mancanza di materia prima e i prezzi elevati, per ora, hanno avuto l’effetto di far crollare le esportazioni di aglio cinese: nei primi 7 mesi di quest’anno, sottolinea sempre il Financial Times, le esportazioni di aglio fresco sono scese del 12% e la situazione pare ancora più grave per quanto riguarda quello secco, che la Cina rifornisce al 90% del mondo.

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