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Pomodoro da industria. In Emilia-Romagna campagna di qualità

PomodoroIndustriaEmiliaRomagna
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Autore Redazione

Primo bilancio della raccolta del pomodoro da industria nel Nord Italia: le consegne hanno raggiunto quasi 1,3 milioni di tonnellate, pari al 45% del quantitativo contrattato. Grado Brix elevato.

Partita con circa una settimana di ritardo sulla consueta tabella di marcia, la campagna di raccolta del pomodoro da industria in Emilia-Romagna è arrivata a metà percorso e procede nel rispetto degli obiettivi di produzione e nel segno della buona qualità della materia prima.

Lo afferma la Regione Emilia Romagna che traccia un primo bilancio interrogando alcuni tra i principali  produttori industriali: molto bene la qualità del prodotto, sicura garanzia di polpe, passate e altri derivati industriali di pregio, rese ettariali un po’ sotto la media soprattutto a causa delle grandinate che in alcune aree della regione hanno provocato notevoli danni alle coltivazioni.

L’andamento climatico ha favorito una corretta maturazione, ben colorate e con grado brix superiore a 5, valore che esprime un elevato tenore zuccherino, più alto della media dell’ultimo quinquennio.

OiPomodoroIndustriaSi stima che in tutto il settentrione, bacino di riferimento dellOrganizzazione interprofessionale (Oi) del pomodoro da industria del Nord Italia che raggruppa gli attori della filiera di 4 regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, oltre alla provincia di Bolzano), le consegne alle industrie della lavorazione del pomodoro abbiano raggiunto in questi giorni quasi 1,3 milioni di tonnellate – pari al 45% del quantitativo contrattato, ottenute su oltre il 50% della superficie coltivata – di cui quasi 26.900 tonnellate in Emilia-Romagna.

L’Oi del Nord Italia coinvolge circa 2.000 agricoltori raggruppati in 15 Organizzazioni di produttori (Op) e 29 stabilimenti di trasformazione. Nel corso degli ultimi incontri con gli operatori l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli ha annunciato  l’intenzione di portare al più presto le esigenze del settore sui tavoli dell’Areflh, l’associazione delle regioni ortofrutticole europee dove è stata eletta presidente pochi mesi fa.

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