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Focus GDO Reparto Ortofrutta

Coop: basta cercare colpevoli, troviamo soluzioni comuni

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Autore Jessika Pini

Qualità, giusto prezzo, innovazione e segmentazione dell’offerta le richieste al mondo produttivo di Coop, primo player della Gdo italiana. In cambio collaborazione per efficientare la filiera e affrontare i momenti di volatilità dei mercati

Assolutamente strategico per Coop Italia, il reparto ortofrutta incide, più degli altri, nella scelta del punto vendita da parte del consumatore. “È quindi fondamentale ‒ osserva Claudio Mazzini, responsabile settore ortofrutta in Coop ‒ che risponda alle aspettative del cliente, riassumibili nel claim qualità al giusto prezzo, due drivers che più di qualsiasi altro fattore (assortimento  merchandising, ecc.) ne determinano il successo”. 

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Claudio Mazzini, responsabile ortofrutta Coop Italia

È perciò questa la principale richiesta che Coop ribalta a sua volta ai suoi fornitori.

A qualità e convenienza chiediamo inoltre di unire innovazione e segmentazione dell’offerta ‒ prosegue Mazzini ‒. Per troppi anni la ricerca varietale si è focalizzata solo su rese e colore dei prodotti, trascurando gli aspetti organolettici e generando in molti casi la disaffezione dei consumatori. L’invito è di arrestare la china del solo “quintale per ettaro” e di recuperare le minori rese in efficienza, valorizzando la qualità, accorciando le filiere e proseguendo il processo d’integrazione, già avviato e incentivato anche dalla nuova Pac, attraverso l’aggregazione in Op”.

La valorizzazione del settore ortofrutticolo, secondo Mazzini, deve passare anche attraverso il contenuto di servizio con prodotti a rapida preparazione e novità che vadano a segmentare l’offerta per rispondere alle esigenze di nuclei familiari meno numerosi, a un minor tempo da passare ai fornelli e alla voglia qualcosa di nuovo.

“Dall’altra parte anche la Gdo deve lavorare per essere più efficiente e dobbiamo dare risposte rapide ai fornitori in caso di picchi di offerta con iniziative che possano generare valore, ma non possiamo sostituirci alla mancanza di una pianificazione produttiva, né risolvere crisi strutturali del mercato”.

La filiera ortofrutticola percorre ancora strade lunghe e spesso accidentate: “siamo il paese delle quasi 300 Op e, secondo le ultime stime, dei 9 mila grossisti e intermediari. Quindi, smettiamo di scaricare le responsabilità sulla parte a monte o a valle della filiera e cerchiamo di trovare le soluzioni”.

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