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Asparago, ad Altedo un convegno su Dop e Igp

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Autore Redazione

Il 26 maggio, in occasione della sagra, i produttori si confronteranno sull’andamento del mercato e le opportunità derivanti dalle certificazioni

L’andamento del mercato in Italia e all’estero e le opportunità delle certificazioni Dop e Igp. Questi i temi al centro del convegno sull’asparago che si terrà il 26 maggio ad Altedo in occasione della 48esima Sagra dell’asparago verde di Altedo (Bologna): i lavori si apriranno alle 10 con i saluti del sindaco di Malalbergo Monia Giovannini e del presidente del Consorzio dell’asparago verde di Altedo Igp Gianni Cesari, a seguire diversi operatori del settore parleranno di normative vigenti applicate alle certificazioni Dop e Igp, tracciabilità nelle filiere di qualità e il ruolo e le funzioni dei consorzi di tutela.

In Italia, in questi ultimi anni, l’ andamento tendenzialmente positivo dell’asparago ha fatto aumentare le superfici dedicate alla coltivazione arrivate ormai a 9 mila ettari. Uno sviluppo favorito dall’incremento della coltivazione di asparagi verdi in Puglia che hanno raggiunto livelli superiori ai 3.500 ettari, da quelli verdi e bianchi coltivati in Veneto (1.600 ettari) , ma anche dalle coltivazioni dell’Emilia-Romagna (circa 700 ettari)  del Lazio (500 ettari) e della Liguria dove, seppur su modeste superfici si coltivano i famosi asparagi violetti.

Nel 2017 si registrano nuovi investimenti sia nel Sud Italia soprattutto in Puglia dove si coltivano esclusivamente asparagi verdi, che nelle zone tipiche di produzione del Nord est e del Veneto in cui si investe per produrre asparago bianco, mentre  in  Emilia-Romagna si coltivano esclusivamente asparagi verdi.

Secondo i dati del consorzio, sono circa 6mila le tonnellate esportate (pari a 20 milioni di euro di fatturato), numeri che dimostrano la forza dell’asparago italiano anche su mercati europei in particolare Austria, Svizzera, Paesi scandinavi fino alla Germania, nonostante sia il primo Paese produttore in Europa con oltre 18 mila ettari. Ma la concorrenza di altri Paesi – Germania, Francia, Spagna e di recente anche Paesi dell’Est Europa – è sempre più agguerrita:  il continuo sviluppo della coltivazione potrebbe portare nel tempo ad una saturazione del mercato  che potrebbe causare una caduta dei prezzi.

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