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Biologico

Pinton (AssoBio): “Ecco perché è meglio passare al biologico”

RobertoPintonAssoBio
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Autore Redazione

A pochi giorni dalla 30° edizione del Sana di Bologna, Simona Riccio, Organic & Bio Food Manager, intervista il segretario dell’Associazione Nazionale delle Imprese di Trasformazione e Distribuzione di Prodotti Biologici e Naturali

A pochi giorni dal Sana, il Salone Internazionale del Biologico di Bologna che quest’anno taglia il nastro della 30° edizione, Roberto Pinton, segretario di AssoBio, ha rilasciato un’intervista a Simona Riccio, Organic & Bio Food Manager nonché Social Media Specialist e Project Manager del progetto biologico di Kaos Communication.

Molti i temi trattati nell’intervista, alcuni dei quali di stringente attualità non solo per il settore del biologico – la piaga della burocrazia, la richiesta del cambio di etichette con il nuovo ministero MiPAAFT -, altri invece spesso citati dal segretario di AssoBio, come lo stato nel quale si trova l’ambiente in generale e quello italiano in particolare: “Più di metà d’Italia è tecnicamente classificabile come deserto: l’80% dei suoli ha meno del 2% di sostanza organica, gran parte meno dell’1%”.

A Bologna saranno molti i temi che verranno trattati, all’interno di un clima sempre molto positivo vista la crescita imperiosa che ormai contraddistingue il settore, sia dal punto di vista delle superfici in conversione/convertite, sia delle vendite e della penetrazione del bio all’interno dei vari canali di vendita.

E a proposito di numeri e tendenze, al Sana oltre al consueto appuntamento dal titolo “Tutti i numeri del Bio” (venerdì 7 settembre) all’interno del quale il Sinab fornisce la fotografia generale del comparto agricolo italiano, quest’anno, come ricorda lo stesso Pinton nell’intervista, sarà molto interessante seguire la presentazione del primo Monitor Ortofrutta Bio (sabato 8 settembre) affidato a Nomisma. Una delle lacune del settore, infatti, vale a dire la mancanza di dati relativi alle vendite dell’ortofrutta sfusa, verrà colmata grazie alla collaborazione tra varie realtà come AssoBio, l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentare e le principali piattaforme ortofrutticole.

Per leggere l’intervista clicca qui

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