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Aziende

Israele. Agrexco interrompe export di frutta e verdura

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Autore Redazione

Lo storico operatore israeliano Agrexco – Carmel cessa la produzione e l’esportazione di frutta e verdura. Previsti molti licenziamenti. La società di occuperà solo delle attività presenti nel porto di Ashdod

Scorte terminate, sospese definitivamente le esportazioni. Finisce così la storia di Agrexco, il più importante esportatore di frutta e verdura d’Israele. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Hamodia, gli amministratori della società, nominati dopo il fallimento dell’anno scorso, due settimane fa hanno informato la Corte Distrettuale di Tel Aviv che le scorte di frutta e verdura stavano per terminare e che l’approvvigionamento non sarebbe più proseguito.

Agrexco fu fondata dal governo israeliano nel 1956 e negli anni diventò un marchio molto conosciuto in patria così come sui mercati internazionali grazie alla vendita di molte tipologie di frutta e verdura, dalle fragole all’avocado, incluse erbe, fiori e datteri.

Molti i debiti contratti dall’azienda che deve milioni di shekel (abbreviazione di NIS, New Israeli Shekel, la valuta corrente in Israele) a molti creditori che, secondo il quotidiano israeliano, hanno ben poche speranze di vederseli restiruire: tra questi uno da circa 28 milioni di NIS (8 milioni di dollari) alla Banca Internazionale ma anche un debito da quasi 3 milioni di NIS al porto di Ashdod. Tra le cause che hanno portato al fallimento Agrexco gli alti costi di gestione, il numero di dipendenti, le eccessive spese per l’utilizzo di acqua, nonché un sistema di stoccaggio e distribuzione delle merce non in grado di competere con i prezzi e i bassi margini del mercato internazionale.

La società ora, sempre secondo Hamadia, si concentrerà esclusivamente nelle attività di stoccaggio e sdoganamento della merce esportata dal porto di Ashdod, due attività che però vedono l’impiego di solo 19 lavoratori. La stragrande maggioranza dei dipendenti, che sino ad ora sono state impiegati nelle aree di produzione e confezionamento, saranno, invece, licenziati.

Fonte: Hamodia Credit foto: Linkiesta

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